Smokin’ fields, Fegatelli risponde alle accuse sui social: “Accanimento giudiziario”

compost

Il dirigente della Regione Lazio, Luca Fegatelli, coinvolto nell’inchiesta Smokin’ fields, che ha portato alla luce un presunto traffico illecito di rifiuti tra Pontinia, Latina e Roma, è intervenuto sulla sua posizione.

Gli inquirenti gli contestano tra le altre cose che nel 2018 avrebbe avvisato i proprietari della Sep, azienda che produceva il compost irregolare poi gettato nei campi agricoli delle periferie del capoluogo pontino e della Capitale, dei controlli della Provincia e dell’Arpa. In questo modo, secondo gli investigatori, avrebbe aiutato a coprire alcune irregolarità nella gestione dei rifiuti.

“Va chiarito – ha detto Fegatelli a questo proposito – che, dal 2014 al febbraio 2019, sono stato sospeso dalla Regione (sempre nell’ambito di una inchiesta sui rifiuti, ndr), per poi risultare assolto perché il fatto non sussiste. Mi hanno posto agli arresti domiciliari per sei mesi e, dopo la sentenza, penalizzato sia economicamente che in termini di carriera. Nessuno si è scusato per tale azione.

Non comprendo – ha aggiunto – l’indagine in cui risulto, oggi, indagato (e non condannato) poiché l’impianto in questione risulta, almeno da quanto a mia conoscenza, sottoposto a sequestro dalla Procura di Latina da ottobre 2017. Lo stesso è gestito da un apposito amministratore giudiziario nominato dal giudice competente. Le attività di questi ultimi anni sono pertanto da ricondurre alla sua gestione o almeno al controllo dello stesso.

Ritengo anche questa indagine – ha concluso – almeno nei miei confronti, l’ennesimo accanimento giudiziario“.