Adinolfi su moria del kiwi:”I Comuni deliberino la richiesta di stato di calamità”

Il tema della moria del kiwi è un problema sempre più concreto nei territori della provincia di Latina. Ad intervenire a riguardo è stato l’eurodeputato della Lega – Gruppo ID Matteo Adinolfi che ha esortato i Comuni a chiedere lo stato di calamità naturale.

Matteo Adinolfi

“Occorre tutelare il territorio – spiega Adinolfi – e i tanti imprenditori agricoli, che con il duro lavoro e tanti sacrifici portano in alto il nome della nostra regione, con prodotti d’eccellenza rinomati in tutto il mondo. Tra questi anche il kiwi, che nell’ultimo periodo è stato colpito da quella che potremmo considerare a tutti gli effetti una vera epidemia che porta le piante a morte certa. Seguendo gli esempi delle Amministrazioni comunali di Cisterna, Aprilia e di tutte quelle che hanno già provveduto – al quale rivolgo un plauso per il lavoro svolto – esorto i Comuni interessati dalle coltivazioni di kiwi a deliberare in Consiglio comunale la richiesta per il riconoscimento dello stato di calamità naturale da parte della Regione Lazio, che già sta attenzionando il problema. In questo particolare momento storico, e di fronte a un fenomeno invalidante per l’intero comprensorio regionale, non devono esserci fazioni politiche e schieramenti di partito, piuttosto dobbiamo tutti viaggiare verso un’unica direzione, quella della tutela e valorizzazione della coltivazione, della produzione e della commercializzazione del kiwi. Considerato che il comparto rappresenta un’importante fetta di Pil regionale e investe migliaia di aziende e lavoratori diretti o dell’indotto, occorre impegnarsi a porre in essere interventi mirati ed efficaci per fornire un valido supporto ai produttori, anche dal punto di vista economico, con tutto ciò che è in nostro potere fare. Si valuti l’attivazione di un tavolo tecnico e di confronto in sede ministeriale, volto ad implementare parimenti un’attività strategica di ricerca e prevenzione affinché si possa creare un monitoraggio costante delle coltivazioni e trovare le vie di fuga da questa emergenza”.