Atti persecutori dagli ex, due uomini finiscono in carcere

I carabinieri hanno arrestato in flagranza differita di un ragazzo 23enne di Cisterna per atti persecutori nei confronti di una donna di 46 anni di Salerno, che precedentemente aveva presentato denuncia-querela presso il Comando Stazione Carabinieri di Amalfi.
La donna, dopo una breve relazione intrapresa con il giovane cisternese, ha deciso di concludere la relazione, ma lui, non accettando tale decisione, ha cominciato a perseguitare la donna con continue telefonate e messaggi in tutte le ore del giorno e della notte fino ad arrivare a minacciarla di morte inviandole delle foto di una pistola e, nel contesto, minacciando di morte anche i familiari della donna che, telefonicamente, avevano tentato di convincerlo a lasciare tranquilla la loro congiunta.
Il giovane, rintracciato presso la sua abitazione, ha tentato invano di sottrarsi alle ricerche dei carabinieri nascondendosi all’interno di un armadio.  Il ragazzo è stato accompagnato presso la Casa Circondariale di Latina per rimanervi a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.

Un altro arresto è avvenuto nella città di Latina, dove la polizia ha fermato un uomo classe 77, per gravi atti persecutori nei confronti dell’ex compagna e madre dei suoi due figli. La donna ha spiegato che la sua richiesta d’aiuto è culminata quando, terrorizzata dalle minacce dell’ex compagno, ha prelevato i figli da scuola, ribadendole l’intenzione di togliersi la vita, schiantandosi con auto insieme ai due minori.

A quel punto sono intervenuti i poliziotti della squadra volante che, recandosi presso l’appartamento dell’uomo, lo hanno trovato in casa insieme ai figli, questi ultimi visibilmente provati e con ancora indosso lo zaino di scuola. La donna, giunta anch’essa sul posto determinata a denunciare l’uomo, ha così iniziato a raccontare agli investigatori della Squadra Mobile di Latina il contesto di minacce e di violenze fisiche e psicologiche subite dal padre dei suoi figli negli anni di convivenza, condotte che l’avevano portata già dal 2017 a porre fine alla relazione e a trasferirsi insieme figli minori presso la casa dei genitori.

La donna ha raccontato inoltre di non aver mai denunciato quelle condotte per paura di eventuali ritorsioni nei confronti suoi e dei figli; in più occasioni infatti sarebbe stata minacciata dall’uomo,  anche con minacce di morte e in un’occasione questi le avrebbe anche puntato un’arma alla testa alla presenza dei figli, provocando in questi ultimi uno stato di autentico terrore. La donna ha ricostruito agli inquirenti anche vari episodi di violenza fisica subita, tra cui uno avvenuto mentre era in stato di gravidanza, in attesa del loro secondo figlio.

Nonostante l’allontanamento dalla casa familiare e la fine della relazione, l’uomo non avrebbe interrotto le condotte persecutorie nei confronti della donna, tempestandola di telefonate whatsapp fino ad arrivare al culmine avvenuto nella giornata di giovedì 29 febbraio, in cui l’uomo, nel corso della telefonata registrata dalla donna, le ha proferito la minaccia di  togliersi la vita “sbattendo” l’auto in cui si trovava con i figli, contro un palo.

Il contesto delineato dalla vittima, fatto di minacce e prevaricazioni, unitamente agli ultimi fatti documentati attraverso i file audio e le foto mostrate agli inquirenti e riferibili senza dubbio a condotte avvenute nelle 48 ore precedenti alla denuncia della stessa, hanno consentito agli inquirenti di procedere all’arresto dell’uomo, grazie allo strumento dell’arresto in flagranza differita, introdotto dalla Legge 24 novembre 2023, n. 168 recante “Disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica”, istituto applicabile nei casi di violenza domestica quando, fuori dalle ipotesi di flagranza o quasi flagranza,  possa evincersi sulla base di documentazione videofotografica o altra documentazione legittimamente ottenuta da dispositivi di comunicazione informatica o telematica la inequivocabilmente commissione del fatto nelle 48 ore precedenti, nella cui casistica rientra anche la commissione del reato di atti persecutori previsto  dell’art. 612 bis del c.p.

L’uomo è stato condotto presso la casa circondariale di Latina, in attesa di giudizio di convalida.