Giovani, formazione e imprese: qualcosa non torna. In provincia dovrebbero servire 42.620 unità lavorative

Economia & Società

 Rubrica settimanale 

A cura di Ivan Simeone

i.simeone@virgilio.it

Ivan Simeone

Vi è qualche cosa che è difficile da comprendere. Partiamo subito da un dato della nostra provincia di Latina: servono circa 42.620 unità lavorative con una difficoltà di reperimento pari al 43,1%…. possibile? Con tutti i nostri ragazzi (e adulti) che cercano lavoro? Qualche cosa certamente non funziona. Bisogna interrogarci sia sulla formazione professionale dei nostri ragazzi che probabilmente –visti i risultati- non è più rapportata alla richiesta produttiva delle nostre imprese. Vi è poi –forse- il problema dell’incrociare la domanda di lavoro con l’offerta. Ma vi è anche qualcos’altro? I dati sono corretti?

Se andiamo a leggere lo studio della CGIA di Mestre, su dati ISTAT ed Excelsior, vediamo che in maniera puntuale si enunciano le professioni che oggi mancano alle nostre imprese. Ai primi posti vi sono le professioni artigiane della saldatura elettrica; medici di medicina generale; ingegneri elettronici e in telecomunicazioni; intonacatori. Questi hanno una percentuale di difficoltà di reperimento che va dal 81,3% all’80%.

Ma sono richiesti anche ben 2.210 Dirigenti di azienda di servizi alle imprese e alle persone, con una percentuale di difficoltà di reperimento del 77,8% … e così a seguire. L’elenco dei mestieri e professioni che si richiedono è lungo e variegato.

Si parla di “paradosso” ma la responsabilità di chi è se la formazione non è più adeguata? Di chi è la responsabilità per la mancanza di incrocio della domanda con l’offerta? I nostri imprenditori cosa realmente cercano? Ma ancora…i nostri ragazzi come si pongono davanti al mondo del lavoro?

Si parla di deficit educativo e di una mancanza di esperienze.

Chi esce dalle scuole e istituti professionali e/o professionalizzanti, hanno poi contezza del mondo del lavoro reale? Sono preparati e formati per inserirsi subito nel mondo della produzione? I nostri imprenditori non sempre possono “caricarsi” finanziariamente un lavoratore inesperto e non preparato, soprattutto le piccole imprese e realtà commerciali.

I dati nazionali ci dicono che in Italia mancano un milione di lavoratori che le aziende cercano ma non trovano…possibile? Certamente bisogna ridare dignità al “saper fare”, al lavoro manuale. Più passano gli anni e più le difficoltà aumentano, vuoi per lo sviluppo tecnologico ma anche per un senso di “responsabilità” che spesso viene a mancare.

Oggi, 2023, il 47,6% degli imprenditori intervistati ha evidenziato una difficoltà di assunzione.

Nel Lazio, sempre secondo le attuali rilevazioni, necessita maggiormente personale non qualificato per servizi di pulizia uffici ed esercizi commerciali, commessi delle vendite al minuto, camerieri, muratori e addetti ad affari generali…sinceramente mi sembrano attività non altamente specializzate ed è possibile che nella nostra regione non si trovano da assumere? Forse le Istituzioni dovrebbero fare qualche riflessione in più.  Solo nel Lazio, complessivamente, per queste attività menzionate le previsioni di assunzione sono per un numero di circa 141.860 “persone”. Tutte introvabili o non qualificate? Se così fosse (ma qualche dubbio mi si palesa) bisogna prendere atto di un fallimento delle politiche di formazione professionale del territorio.

Sul territorio regionale vi sono alcune realtà formative che sono una vera eccellenza, che hanno saputo creare una interconnessione tra l’attività didattica e le imprese che poi devono assumere; mi riferisco al centro ELIS di Roma (www.elis.org), Educazione Lavoro Istruzione Sport, Ente no profit con un’alta valenza professionale, educativa ed etica.

A Latina abbiamo una importante realtà: la “Latina Formazione Lavoro Srl”, una Agenzia per i Servizi Formativi e per il Lavoro partecipata della Provincia di Latina. Ha diverse sedi, molti giovani utenti, un grande Staff ma … vi è un reale link con il mondo del lavoro, dell’impresa, dell’autoimprenditorialità? Qualche anno fa vi furono alcune concrete proposte per dare la possibilità ai ragazzi di orientarsi all’autoimprenditorialità, con concreti supporti, ma poi vi fu un “nulla di fatto”. È questa una importante realtà formativa che deve essere supportata e rivalutata. È una opportunità per molti nostri ragazzi ma vi deve essere –come fatto su Roma- una vera interazione e sinergia con le grandi realtà produttive del territorio. Molto vi è da fare. La Politica deve metterci del Suo con sempre maggiore serietà, concretezza ed operatività, adeguandosi alle richieste del mercato attuale.