Latina, documento politico di Liberi e Uguali per una Provincia condivisa

Fabrizio Porcari

Riceviamo, da Fabrizio Porcari, un documento politico di Liberi e Uguali per un “progetto condiviso e da condividere” al fine di fornire alla Provincia di Latina una guida autorevole che dia “un senso di appartenenza all’intero territorio, certezza delle funzioni e delle risorse per un nuovo valore alla gestione pubblica dei servizi essenziali”, alla luce della legge Delrio numero 56/2014. Si segnala che Porcari, in merito alle imminenti elezioni provinciali, ha già esternato il sostegno di Liberi e Uguali al candidato Damiano Coletta, sindaco di Latina. Di seguito il documento politico di Liberi e Uguali.

L’entrata in vigore della legge Delrio, n.56/2014 ha definito una nuova articolazione degli Enti Locali, soprattutto il ruolo e le funzioni della Provincia. Ne ha ridisegnato i confini e le competenze, lasciando però questo nuovo disegno incompiuto.

Il nuovo quadro di riferimento istituzionale affida alla “nuova Provincia” funzioni di “area vasta”. Ridisegnata e ridimensionata nella sua identità istituzionale, nel suo rapporto con la “sovranità popolare”, è chiamata comunque ad assolvere compiti e funzioni di:

Pianificazione territoriale di coordinamento;

Politiche Ambientali

Pianificazione del trasporto e gestione della viabilità provinciale

Programmazione delle politiche e della edilizia scolastica

Assistenza tecnica agli enti locali

Le funzioni legate agli aspetti occupazionali, pari opportunità etc…

Le funzioni di coordinamento nella gestione dei servizi pubblici essenziali come la gestione dei cicli dei Rifiuti e dell’Acqua

Le politiche socio sanitarie, turistiche, di sviluppo…in concerto con la Regione e gli altri enti locali.

Funzioni che sono restate di competenza, altre riaccorpate dalla Regione o dai Comuni. Un quadro complessivo comunque incerto e un territorio che si trova ad avere a disposizione un “ente di area vasta” che dovrebbe coordinare molti aspetti dei destini di 550 mila cittadini, che utilizzano, per esempio 900 chilometri di strade provinciali, etc… dalle funzioni e soprattutto dalle risorse incerte.

In questo quadro complessivo e per la “storia istituzionale e politica” recente di questo Ente, la nuova Guida dell’amministrazione provinciale dovrebbe, prima di tutto, porre il tema del “ruolo e della capacità reale” di incidere realmente e positivamente sulla vita dei cittadini amministrati.

O si completa la riforma avviata modificando totalmente il quadro istituzionale di riferimento, oppure occorre ridare alla Provincia un collegamento con i propri amministrati, funzioni e risorse “certe”.

Quanto sopra in un territorio come il nostro “storicamente” allungato, distante, diverso e diviso è fondamentale: un “Ente dai contorni incerti, in una provincia dalla identità incerta” pone il tema della perdita di importanza e marginalizzazione di quella che è la seconda provincia del Lazio, di un territorio all’avanguardia (in Italia) per le capacità produttive, risorse turistiche ed ambientali… etc…

Primo elemento, dunque, del nostro ragionare e proporre sul futuro della Amm.ne Provinciale di Latina è quello della sua identità, dell’ancoraggio ai cittadini, delle sue funzioni. Se resta come oggi appare “un Ente terzo sganciato dai suoi cittadini, eletto in un vorticoso rincorrersi politicista, senza risorse e compiti certi” servirà a poco. Noi riteniamo, invece, che debba essere un Ente che unisca i cittadini e le Istituzioni da Aprilia, ai Lepini, a Latina, alla Piana, a Terracina, alla Piana di Fondi, al Golfo di Gaeta e a Minturno.

Il secondo elemento è quello strettamente legato alla sua “funzione pubblica”.

E in questo senso essenziali sono la gestione trasparente e appunto pubblica di servizi essenziali quali il ciclo dell’acqua e quello dei rifiuti.

Il nuovo Presidente della Provincia deve garantire:

-Che il percorso avviato verso la ripubblizzazione del ciclo dell’acqua sia portato a termine. Che l’esperienza di Acqualatina sia portata al termine e che, invece, in vista del rinnovo prossimo del CDA, non prevalgano nuovamente logiche spartitorie;

-Che il “ciclo dei rifiuti”, il suo decollo effettivo diventi realtà, liberando i comuni e i cittadini da una situazione di “dipendenza” che li sta dissanguando. Bene il pronunciamento del Consiglio Provinciale, nei giorni scorsi, sull’aggiornamento del Ciclo Integrato. Bene la previsione degli impianti per il completamento del ciclo e la centralità della differenziata, così come la priorità alla gestione pubblica. Riteniamo però che occorra stare attenti alla creazione del nuovo ATO.

Riteniamo che la esperienza dell’ATO legato alla gestione del ciclo delle acque debba essere da monito: no alla creazione di nuovi carrozzoni, rifugio di un modo di fare politica superato e alle spalle dei cittadini/utenti.

–  Novecento chilometri di strade provinciali, in molti casi in uno stato di manutenzione pietoso. Sulla viabilità, sulla mobilità più complessiva, occorre che Provincia, Regione e Stato dialoghino e mettano in piedi un “piano di area vasta-territoriale” che dia garanzie per il collegamento con le grandi direttrici nazionali, garantendo cittadini e imprese e, nel contempo, metta risorse per un piano di manutenzione straordinario, l’implementazione della mobilità su ferro e quella eco sostenibile.

-La Programmazione delle politiche scolastiche, sono legate ad un “progetto culturale e formativo” che riguardi le scuole superiori, l’università e il territorio;

-Politiche del lavoro, sviluppo economico. Alcune funzioni, come quelle legate direttamente alla rete degli uffici di collocamento e alla formazione (per le competenze rimaste) vanno rimesse al centro della iniziativa dell’Ente. Il mercato del lavoro, la sua evoluzione, necessita di una presenza e di politiche <pubbliche> nel settore che vadano oltre la gestione corrente.
Per lo sviluppo economico più complessivo, l’Ente Provincia deve necessariamente riappropriarsi delle sue funzioni di coordinamento, per evitare che il moltiplicarsi dei centri di indirizzo porti a nessun indirizzo, e soprattutto a nessun “piano di sviluppo” sociale ed economico condiviso e fattibile. Un piano di sviluppo che parta da una visione eco-compatibile e che abbia la capacità di unire le diverse economie presenti nel territorio: quella del “mare”, quella agricola e delle sue eccellenza, quella collinare, quella delle produzioni legate alla PMI e ai “poli industriali”, quella legata al turismo e al patrimonio culturale.

Così come è necessario avere una visione di insieme e una analisi condivisa che faccia il punto delle trasformazioni nel tessuto economico e individui le prospettive futuro dei vari settori. Insieme alla Regione, agli Enti Territoriali interessati (CCIAA, Consorzi Industriali etc..), che guidi anche la programmazione e l’utilizzo della legislazione nazionale e le opportunità offerte dalle Politiche Comunitarie.

-Ambiente, sicurezza sociale, coordinamento della pianificazione territoriale… funzioni per le quali, ad oggi, occorre garantire il massimo grado di trasparenza e compartecipazione: con gli enti locali, il mondo economico e sociale presente nel territorio pontino. Da punto di vista della tutela dell’ambiente e delle biodiversità, essenziali le politiche che tutelino le coste e il mare della intera costa provinciale, vero valore aggiunto del territorio. Assieme a questo, le risorse idriche e forestali, le aree naturali di pregio: risorse per la intera comunità.

Questi sono solo alcune delle priorità che “Liberi e Uguali” indica e pone sul tavolo del rinnovo del Presidente della Amministrazione Provinciale di Latina.

Temi, problematiche che, a nostro avviso, fanno la differenza e basilari per un nostro contributo, politico, culturale ed elettorale.