Roccagorga, cerimonia in memoria dei fratellini Rossi bruciati vivi per rappresaglia tedesca nel 1944

Due fratellini bruciati vivi per rappresaglia da parte dei soldati tedeschi. Si chiamavano Bartolomeo e Giovambattista Rossi, uccisi il 16 aprile 1944 a Roccagorga. A loro è dedicato un monumento, eretto nel 2009 nel luogo dell’assassinio, per testimoniare il cordoglio di un’itera comunità. Martedì, 16 aprile 2019, in occasione del 75° anniversario di questa atrocità, avrà luogo una cerimonia di commemorazione organizzata dall’amministrazione comunale.

All’evento parteciperà il sindaco di Roccagorga Carla Amici, il sindaco di Maenza Claudio Sperduti, rappresentati dell’associazione Anpi di Roccagorga appena sorta, le classi terze della scuole secondarie di primo grado di Roccagorga e Maenza che leggeranno per l’ occasione delle poesie sulla seconda guerra mondiale. L’appuntamento è alle 10, presso il monumento dedicato ai due fratellini Bartolomeo e Giovambattista, in località Monte Sant’Angelo, frazione Prati.

La storia
Nella primavera del 1944, i soldati tedeschi sulle colline Lepine, oltre ai soliti rastrellamenti di uomini, cominciarono a far razzie anche di bestiame. Nel mese di aprile, due tedeschi capitarono sul monte Sant’Angelo percorrendo viottoli diversi. Un soldato incontrò il pastore Alfiero Rossi e gli impose, sotto minaccia armata, di portargli una pecora fino alla strada principale. Durante il tragitto, Alfiero punzecchiato continuamente con la canna del mitra, ebbe un gesto di istintiva ribellione verso il tedesco che lo sollecitava a camminare più in fretta; ne nacque una colluttazione furibonda durante la quale il militare rimase ucciso.

L’altro soldato, visto il ritardo del compagno d’armi, lanciò subito l’allarme. La rappresaglia fu spietata. I tedeschi si presentarono alla capanna di Alfiero che si era dato alla latitanza e bruciarono vivi i due fratellini Bartolomeo e Giovambattista. La madre degli sventurati fu rapata a zero e condotta in giro su una moto sidecar per essere umiliata.

L’episodio così crudele, destò grande rabbia e tristezza tra la comunità di Roccagorga che ne ebbe piena conoscenza soltanto qualche tempo dopo, quando il padre dei due fratellini si presentò in Comune a denunciare l’accaduto.