Il reddito di inclusione è legge. Acli: “Ha vinto il terzo settore”

Nicola Tavoletta

Un sogno inseguito da anni dall’Alleanza contro la povertà, formata da 35 realtà associative tra cui le Acli, il reddito di inclusione, da oggi è legge, grazie all’approvazione del ddl da parte del Senato. Si tratta di uno strumento rivolto a chiunque si trovi in povertà assoluta, che prevede l’erogazione di un contributo economico al quale saranno affiancati percorsi di inserimento sociale e occupazione.

“L’approvazione definitiva da parte del Senato del ddl povertà rappresenta un grande passo avanti per il sistema di welfare del nostro Paese – ha commentato il direttore provinciale delle Acli Nicola Tavoletta uno dei promotori dell’alleanza contro la povertà nel Lazio, fondata nella regione nel 2015 dall’allora vice presidente regionale Tavoletta e dalla presidente Alessandra Bonifazi-. L’Italia si dota finalmente di una legge per una misura universale di contrasto alla povertà. La scelta della maggioranza di procedere al Senato all’approvazione senza modifiche del testo prodotto dalla Camera dei Deputati consente di velocizzare l’iter per l’approvazione dei decreti legislativi, in modo da poter introdurre al più presto il reddito di inclusione (Rei), la misura di contrasto alla povertà delineata dalla legge delega”.

Aiuti certi per 2milioni di persone

Inizialmente il reddito di inclusione sarà ai nuclei familiari con figli minori, con persone con disabilità grave o che presentino al loro interno donne in stato di gravidanza, ma l’obiettivo della legge è quello di raggiungere gradualmente tutta la platea di coloro che si trovano in povertà assoluta, superando qualsiasi riferimento categoriale. Sulla base delle esperienze dei principali Paesi europei e del lavoro degli esperti del settore, l’accesso alla misura è regolato dalla prova dei mezzi e legato all’accettazione di progetti di reinserimento lavorativo e sociale.

Come ha spiegato il ministro del lavoro Giuliano Poletti, a beneficiare del reddito di inclusione saranno circa 400 mila nuclei familiari con minori a carico, pari a un milione e 770 mila individui. Attualmente il Sia (che diventerà Rei) è pari a 400 euro al mese, che saranno elevati a circa 480 euro estendendo i requisiti di accesso. Le risorse stanziate sono di 2 miliardi di euro per il 2017 e altrettanti per il 2018, con i quali si potranno aiutare circa 2 milioni di persone.

Il welfare che cambia

“Con l’approvazione della legge delega si pone una base solida per il cambiamento del nostro sistema di welfare e per la costruzione nel nostro Paese di una misura di protezione di reddito minimo, secondo la tradizione del modello sociale europeo – ha spiegato Tavoletta – peraltro quello del reddito di inclusione è un paradigmatico esempio della forza delle realtà del terzo settore che, facendo rete, riescono a promuovere all’interno delle istituzioni le istanze dei cittadini. Un grazie ai parlamentari che l’hanno sostenuta e agli ultimi Governi che l’hanno seguita con attenzione. Non si possono più avere alibi fomentando la rabbia quando le istituzioni danno risposte”.