La presentazione del libro “La Palude Rossa” per celebrare i 150 anni dalla nascita di Velletri, pioniere del socialismo lepino e pontino

La figura di Temistocle Velletri nel libro “La palude rossa”. In occasione dei 150 anni dalla nascita del primo sindaco socialista di Sezze, si celebrerà a Bassiano un momento di riflessione su quelli che furono i lasciti del pioniere del socialismo lepino e pontino con la ripresentazione del testo di Dario Petti, vincitore nel 2014 del Premio Fiuggi Storia – sezione Lazio meridionale.

L’appuntamento è per venerdì 14 settembre, alle 18, presso la biblioteca comunale del piccolo centro lepino. Insieme all’autore Petti, interverranno il sindaco di Bassiano Domenico Guidi, l’ex sindaco di Sezze Andrea Campoli e alcuni discendenti del leader politico, Temistocle e Bernardo Velletri.

L’11 settembre del 1868 nasceva a Sezze, all’epoca ancora sotto lo Stato Pontificio, Temistocle Velletri, colui che sarebbe diventato il primo sindaco socialista del comune setino nel 1920, eletto contemporaneamente consigliere provinciale di Roma, entrando a Palazzo Valentini in rappresentanza del mandamento includente i comuni di Sezze, Bassiano e Sermoneta. Professore di lettere del locale ginnasio “Pacifici-De Magistris” fu il fondatore nel 1912 della Lega contadina di Sezze, e soprattutto tra i principali protagonisti di quella semina socialista sui Monti Lepini a cavallo tra ‘800 e ‘900 che avrebbe segnato per oltre un secolo la cultura e l’orientamento politico delle comunità locali. In merito a tale radicamento, Tullio De Mauro nel 1978 scrisse in un suo libro:

“Ho scoperto questo blocco di paesi che stanno a sud di Roma sui Monti Lepini. Furono repubblicani nel 1848, e restarono repubblicani finché diventarono tutti socialisti e poi, quando nel 1921 ci fu la scissione di Livorno e la costituzione del partito comunista, diventarono tutti, e restarono per tutto il fascismo e sono restati tuttora, comunisti. Nel Lazio, che non è tradizionalmente una regione rossa, è indice di una indipendenza che si traduce in cose grandiose”.  

In realtà alcuni paesi rimasero sotto l’egida del Psi come Bassiano o per un periodo Sermoneta, ma l’osservazione dell’autorevolissimo studioso era corretta. Ancora oggi se si osserva la geografia politica delle amministrazioni lepine il quadro è grosso modo quello di cento anni fa, nonostante lo sgretolamento in tutta Italia delle tradizionali aree elettorali. A cosa può essere dovuto un tale radicamento? Certo vi è stata e vi è una buona prassi amministrativa, ma dal punto di vista politico-culturale c’è una ininterrotta trasmissione di valori e ideali che avviene nell’ambito familiare da oltre un secolo. Per meglio comprendere quale fu in tutto ciò il ruolo di Temistocle Velletri riprendiamo le parole che nel 1982 Mario Berti, “storico” segretario provinciale del Pci di Latina, nonché della Cgil ed ex sindaco di Sezze, all’epoca vice-presidente del consiglio regionale del Lazio, usò durante una commemorazione del militante comunista di Sezze Romolo Velletri:

 “Romolo era nipote del prof. Temistocle Velletri, pioniere della costruzione del movimento socialista della nostra città. Temistocle era professore di lettere del Ginnasio l’istituto che formava i pochi giovani non solo di Sezze, ma anche dei comuni dei Monti Lepini e di Terracina, ai quali era consentito allora di accedere alla cultura media superiore. L’attività e l’opera del prof. Velletri, rimane tutta da esplorare, per rintracciare con essa spiegazioni e motivazioni, sul movimento socialista e comunista espressosi nel nostro comune dagli inizi del secolo ai nostri giorni. Non si tratta solo di rievocare eventi importanti e decisivi […] si tratta di valutare e comprendere, l’influenza che un movimento così complesso ha avuto nella evoluzione della coscienza collettiva e in particolare delle masse diseredate e sfruttate. Come si è realizzato il grande processo di trasformazione da condizione di plebe a quella di popolo. Come si è passati da atteggiamenti di ribellismo istintivo ed elementare, da un oscuro istinto di classe, ad una coscienza di classe e via via a forza di governo, prima locale e dopo aspirante al governo dello stato nazionale”

Trent’anni dopo le parole di Mario Berti, e senza esserne allora a conoscenza, Dario Petti compì una approfondita ricerca proprio sulla figura di Temistocle Velletri, dando alle stampe un libro a lui dedicato “La Palude Rossa”. Una ricerca che spiega, conferma e rafforza quale fu il ruolo centrale di Temistocle Velletri nella costruzione del movimento socialista lepino e pontino. Una figura “leggendaria” secondo Giorgio Amendola, un uomo il cui ascendente sulle masse contadine setine era di una tale intensità “da sfiorare il feticismo” secondo le forze di polizia dell’epoca.