Pini sradicati, così la Litoranea e altri luoghi pontini cambiano volto

Il territorio pontino cambia volto senza i pini mediterranei. Si procede anche oggi al taglio dei rami pericolosi a margine della Litoranea, tra Sabaudia e Latina.

Nel primo pomeriggio autogrù e uomini dei vigili del fuoco sono intervenuti nei pressi di Borgo Grappa per rimuovere dalle chiome dei pini i rami rimasti penzoloni dall’ultima ondata di maltempo, di sabato e domenica scorsi. Un intervento a tutela della pubblica incolumità. Ma tutto attorno il paesaggio è desolante.

Le forti raffiche di vento di sabato e domenica hanno letteralmente sradicato decine di piante sulla stessa strada, a partire da Borgo Sabotino fino a Bella Farnia. I primi pini sono caduti a terra, la mattina del 21 dicembre, a circa 200 metri dal centro abitato di Sabotino;  poi fino al territorio di Sabaudia è stata una strage continua, come mostrano le foto pubblicate di seguito, in concomitanza con una serie infinita di altre piante che si sono abbattute lungo l’Appia, sulla Pontina e su altre strade anche con gravi conseguenze.

Il vento non ha spezzato i tronchi; il vento ha sradicato i pini, le radici non hanno fatto più presa attorno al terreno reso molle dalla troppa acqua. Almeno questa sembrerebbe la spiegazione fornita da alcuni esperti, come mostra la perizia richiesta dal sindaco di San Felice Circeo, che per via Monte Circeo ha disposto il taglio di tutti i pini sopravvissuti al maltempo dell’ultimo week end. Le operazioni dovrebbero concludersi domani. Stessa decisione è stata presa a Sabaudia per i pini di via Principe di Piemonte.

In via Litoranea, strada provinciale, si procede alla rimozione dei soli rami. Gli alberi caduti per le raffiche di vento giacciano a terra, ai margini della carreggiata. Un cimitero di pini che mette in evidenza quelle possenti radici strappate. Quello che è successo nell’ultimo fine settimana ha cambiato per sempre il paesaggio. Non è dato sapere, al momento, quale sarà il destino delle piante sopravvissute al maltempo. E se le stesse lasciate lì costituiscano un reale pericolo per la pubblica incolumità, come periziato per quelle di San Felice in via Monte Circeo o di Sabaudia in via Principe di Piemonte.