Picchiato per aver chiesto lo stipendio, risarcito bracciante indiano

Un imprenditore agricoltore di Aprilia nel 2020, aveva aggredito e minacciato un bracciante agricolo di nazionalità indiana “colpevole” di aver chiesto il pagamento della sua retribuzione. Dopo un procedimento civile, durato due anni e mezzo, è stato offerto un risarcimento nei confronti del lavoratore per la mancata retribuzione a lui dovuta e per i danni morali e materiali subiti a seguito dell’aggressione di cui rimase vittima. Resta ancora aperto il procedimento penale per caporalato e sfruttamento, aperto dalla Procura della Repubblica nei confronti del datore di lavoro, di fronte al quale il bracciante sarà chiamato a testimoniare.

Ne dà notizia il segretario del sindacato UILA UIL di Latina Giorgio Carra che così commenta:

“Due anni e mezzo sono un tempo lunghissimo ma come organizzazione sindacale siamo soddisfatti per il risultato raggiunto, anche perché ha dimostrato che, attraverso una adeguata assistenza sindacale, anche i lavoratori sfruttati possono sperare di vedere sanzionati i datori di lavoro, riconosciuti i propri diritti e, soprattutto essere risarciti”.

Sulla vicenda:

“Il problema principale nelle situazioni di sfruttamento e caporalato è la difficoltà e i tempi biblici necessari per riuscire a far valere i diritti salariali, previdenziali e assistenziali dei lavoratori coinvolti. Questi ritardi minano profondamente la fiducia dei lavoratori nella possibilità di denunciare gli sfruttatori e, di conseguenza, ottenere un risarcimento. Purtroppo, mancano ancora nella legislazione, dei tasselli essenziali a garantire queste certezze. È un problema che tutti i progetti promossi da soggetti istituzionali e privati nell’ambito dei tanti finanziamenti pubblici previsti dal piano nazionale contro il caporalato, non hanno mai affrontato”.

Sulla proposta della UILA UIL di un fondo di garanzia, aggiunge il segretario generale Stefano Mantegazza:

“Nel salutare il positivo risultato raggiunto per Singh Inderbir, grazie all’impegno e al sostegno della UILA UIL, ribadiamo con forza la necessità di introdurre delle norme che prevedano la possibilità per i lavoratori di ottenere, in tempi brevi, la mancata retribuzione. Pensiamo, ad esempio, alla costituzione di un fondo di garanzia gestito dall’Inps che, a seguito di una diffida accertativa emessa dai servizi ispettivi, intervenga a favore dei lavoratori erogando loro il credito accertato, senza doverli costringere a inseguire questo diritto attraverso complicate e lunghe procedure legali”.