Teatro di Latina ancora chiuso, Muzio non ci sta e rilancia: dateci una data

Annalisa Muzio

Teatro di Latina ancora chiuso: Annalisa Muzio non ci sta e rilancia. La presidente dell’associazione Minerva, risponde alle critiche mosse ieri sulla stampa dal presidente della commissione Cultura Fabio D’Achille, e dagli assessori Silvio Di Francia ed Emilio Ranieri riguardo la sua richiesta di dimissioni dell’assessore alla Cultura per la vicenda teatro (leggi qui).

Muzio afferma che, appena costruito, il teatro è stato motivo di orgoglio per la città, “una casa della cultura, realizzata per i cittadini”. “E – aggiunge – fortemente voluta proprio da Raffaele Muzio, mio zio, assessore ai tempi del sindaco Corona. Ecco anche perché io mi batto così tanto, perché ricordo cosa ha sempre rappresentato il teatro per la nostra città”.

Questa la premessa, poi l’affondo. “Oggi  – aggiunge Muzio – il teatro è chiuso; per la terza volta i vigili del fuoco hanno detto no alla Scia presentata dal Comune di Latina e D’Achille, Ranieri e Di Francia cosa fanno? Niente, loro continuano a parlare solo del passato. Un passato e un sistema che tre anni fa, tutti noi con l’elezione di Coletta, speravamo finalmente di avere superato e invece? Invece da tre anni non facciamo altro che ascoltare scuse, che assistere al campionato mondiale di scarica barile, che non ricevere, al di là di tutto, date certe per la riapertura del teatro (D’annunzio e anche Cafaro aggiungere). Sì, perché oltre ad accuse contro di me e polemiche sparate a caso contro chi osa non essere d’accordo con loro né D’Achille, né Di Francia, né Ranieri sono stati in grado di dare, a tutti noi cittadini e rappresentanti di associazioni che fanno cultura, una data certa su quando il teatro di Latina, finalmente, riuscirà a riaprire”.

Muzio fa una citazione: “Chi guarda troppo al passato non può avere futuro”. “Bene, per quanto mi riguarda – conclude – Latina un futuro se lo merita, sicuramente più roseo di quello che possiamo immaginare oggi vivendo in una città assolutamente allo sbando in balia di un’amministrazione che al di là di qualche lampione sostituito con i led ancora nulla è riuscita a fare. Ci spiegassero, a questo punto, qual è il problema vero, quale la data di riapertura pensando, prima di lanciare anatemi, che se Di Francia lavorasse in una azienda privata le dimissioni le avrebbero già pretese. Iniziamo a pensare alla cosa pubblica, termine che tanto piace al comune, con la mentalità di un manager. Se non iniziamo a cambiare atteggiamento, credo che Latina, la seconda città del Lazio, non andrà mai da nessuna parte”.