Notte di sangue a Terracina: Gino Toni Bellomo, 32 anni italo-brasiliano residente a Borgo Hermada, è morto in piazza Garibaldi massacrato di botte. I carabinieri del capitano Margherita Anzini hanno in gran parte ricostruito l’accaduto e cerchiato in rosso le responsabilità.
Dopo l’allarme delle 23.30 lanciato alle sale operative dei numeri di emergenza, sul posto sono arrivati anche gli operatori del 118 ai quali non è restato altro da fare che costatare il decesso, i militari della Compagnia di Terracina e del Nucleo investigativo del Comando provinciale dell’Arma hanno ascoltato alcuni testimoni tra cui una donna che era in compagnia della vittima al momento dell’aggressione.
In base ad una prima ricostruzione dei fatti, la lite tra il 32enne, le cui conseguenze hanno portato alla sua morte, sarebbe avvenuta con altri altri due uomini all’interno del Bar Artis per poi continuare all’esterno. Gino Bellomo sarebbe stato colpito alla testa con una bottiglia e, una volta persi i sensi, gli altri due avrebbero infierito su di lui fino alla morte per poi dileguarsi. I carabinieri hanno acquisito le immagini delle telecamere dei sistemi di sorveglianza. Ora è caccia ai responsabili identificati nella mattinata di oggi. Si tratterebbe di due coetanei della vittima, due stranieri domiciliati a Terracina e già noti alle forze dell’ordine come lo stesso 32enne. La rissa sarebbe scoppiata per futili motivi all’interno del locale quando i tre protagonisti erano completamente ubriachi. Il magistrato di turno ha disposto l’autopsia per risalire alle cause esatte del decesso, mentre si attende l’esito dei rilievi scientifici effettuati sulla scena del crimine nell’immediatezza del delitto.
I commenti
Allo sgomento in città per l’accaduto di piazza Garibaldi si aggiungono i commenti di alcuni candidati alla carica di sindaco. L’ex primo cittadino Nicola Procaccini, in lizza per la stessa carica, ha espresso il suo personale dolore per l’accaduto. “Verrà il tempo – ha detto – delle considerazioni politiche su ciò che è successo a Piazza Garibaldi, anche in relazione al progetto di videosorveglianza deliberato dalla mia amministrazione ad aprile, e non ancora entrato in funzione. Questo è il momento delle indagini per appurare le responsabilità penali circa l’accaduto e del dolore, come già detto. Chiunque voglia approfittare di questa tragedia per trarne profitto in vista delle imminenti elezioni comunali compie un atto di sciacallaggio a cui non intendo aderire”.
Il candidato sindaco Alessandro Di Tommaso ha invece voluto sottolineare il degrado e la violenza che negli ultimi tempi sono sempre più spesso in scena nella bellissima piazza Garibaldi. “Il delitto di questa notte, che tanto ci lascia inquieti e ci addolora – ha detto -, purtroppo conferma l’escalation di una delinquenza strisciante che affonda le sue radici in un tessuto sociale fortemente compromesso di una città che a poco a poco sta mostrando i segni di una regressione senza precedenti. Piazza Garibaldi, progettata da Giuseppe Valadier a fine Settecento, costituiva un progetto urbanistico in linea con lo sviluppo della città dell’epoca. Un gioiello architettonico oggi caduto nel degrado più totale favorito anche da scelte commerciali che non fanno altro che incrementare il consumo di alcol. Una piazza degradata, specchio di diverse altre zone della città che dobbiamo assolutamente riqualificare. Un passaggio possibile di pari passo al recupero sociale di cittadini più disagiati che devono tornare a credere nei valori della famiglia, nella dignità di un lavoro, nelle istituzioni, nella scuola, nel ruolo delle parrocchie, nelle attività sportive. Il vero dramma sta nel fatto si è creata una crepa profonda nel nostro ‘essere comunità’ . Terracina si è trasformata in una città di disagiati in cui la violenza è tornata ad essere il mezzo più utilizzato per risolvere qualunque tipo di controversia. La città non sorride più, da molti anni. È tutti quelli che vi vivono, stanno male. Chi confonde un atto di grande disagio con il tema della sicurezza è chi non vuole continuare ad affrontare il problema e gira la testa dall’altra parte”.
“Si può fare di una città e di un intero centro storico basso una enorme birreria capace di catalizzare, senza controllo alcuno sugli avventori e sui locali che esercitano la specifica attività, migliaia di persone ogni sera?”. E’ questo l’interrogativo che si pone Gina Cetrone, altro candidato sindaco: “E’ una domanda che sorge ormai spontanea – ha dichiarato Cetrone – da qualche anno, senza che a questa sia stata mai data una risposta chiarificatrice. Senza fare alcuna demagogia ci domandiamo inoltre: si può tollerare oltre misura che un intero centro storico allo scoccare dell’ora x chiuda le sue strade, con tanto di guardiani e transenne, facendo diventare i luoghi della movida un orinatoio a cielo aperto, per non andare oltre con la descrizione dei minuti fatti di cronaca che la stampa riporta quotidianamente? C’è stata nei fatti un’escalation che ha portato al gravissimo accadimento di cronaca nera di questa notte in cui è rimasto vittima un giovane di Borgo Hermada, steso per sempre sull’asfalto di piazza Garibaldi, nel pieno triangolo della movida terracinese. Per questo e per altre decine di avvenimenti gravi (accoltellamenti, risse, schiamazzi notturni a non finire, ecc.) ad escludendum delle Forze dell’Ordine, poche e mal disposte su un territorio comunale enorme come quello di Terracina, le responsabilità che penalmente sono individuali a livello politico hanno indirizzi con numeri civici precisi. Perché a ben vedere negli ultimi anni non c’è stato alcun atto amministrativo tangibile per arrestare la deriva che si stava determinando, se non belle promesse o parole forbite senza seguito”.