Terracina, la cultura nel castello Frangipane…. inagibile

Il Castello Frangipane

Approfitta del convegno sull’istituzione del distretto culturale di Terracina, organizzato sabato scorso da Massimo Iudicone, per tornare o meglio per “demolire” definitivamente la Casa della cultura. Il commissario straordinario Ermina Ocello, che nei mesi scorsi ha messo in vendita diversi immobili di proprietà dell’ente per ripianare i debiti del Comune dissestato, tra cui l’ex mercato Arene che in molti avrebbero voluto come sede per la Casa della Cultura, rilancia la politica culturale messa in atto durante la sua gestione e annuncia il Castello della Cultura.

Erminia Ocello
Erminia Ocello

Presto l’inaugurazione del Palazzo della bonifica

 “Oltre a proseguire e ad ampliare gli obiettivi  fissati per lo sviluppo del percorso museale di Terracina – ha precisato il commissario Ocello – ai fini della realizzazione del Sistema Museale Urbano, si inaugurerà presto al pubblico il Palazzo della Bonifica Pontina, ove il museo è ubicato, e dove si colloca il prezioso archivio documentale. Come tanti cittadini conoscono, abbiamo avviato interventi di rete inter istituzionale sottoscrivendo un protocollo d’intesa con i referenti pubblici più accreditati: l’Istituto per il Restauro, le Sovrintendenze, le Università, ai fini della valorizzazione e dell’utilizzo di aree e siti archeologici ubicati nelle zone periurbane, progettando la creazione di un ‘Centro di Ricerca’, da compiersi anche attraverso la riqualificazione del Palazzo Braschi. Tale rete tra istituzioni si pone come strumento d’integrazione e coordinamento dell’opzione pubblica, anche per essere attrattori delle risorse necessarie in ambito nazionale ed europeo, indispensabili alla riqualificazione del borgo antico. Un’intesa formalizzata con gli enti preposti al recupero e alla tutela del patrimonio storico faciliterà l’accessibilità al Centro Storico Alto, con i famosi ascensori, la ristrutturazione e riqualificazione del Teatro Romano, per il quale il Comune si rende disponibile nel creare le condizioni per entrare in possesso dell’immobile ostruttivo della visuale”.

 Al Frangipane il Castello della cultura

Da moderatrice dell’incontro intitolato “Patrimonio culturale e sviluppo locale, prospettive per la nascita di un distretto culturale a Terracina”, al quale hanno preso parte come relatori Silvia Costa, presidente della commissione cultura e istruzione del Parlamento Europeo, Alfonsina Russo, sovrintendente per l’archeologia del Lazio e dell’Etruria meridionale, Rita Paris, direttore della sovrintendenza archeologica di Roma e del parco dell’Appia Antica, Cristian Carrara, presidente della commissione cultura della Regione Lazio, Giovanni Bastianelli, direttore dell’agenzia regionale del turismo della Regione Lazio, Andrea Valeri, e lo stesso Iudicone, direttore artistico Terracina Jazz Fest, Ocello ha posto l’accento sul tormentato progetto dell’ex mercato Arene: “A Terracina – ha detto – si fa un gran parlare della Casa della Cultura, mentre è possibile con pochi investimenti realizzare il ‘Castello della Cultura’ all’interno del Frangipane, tra l’altro fortezza ed emblema della libertà dei terracinesi”.

 La dicotomia tra l’iniziativa scientifica e la politica culturale

 Una considerazione giunta dopo aver asserito che il ruolo costruttivo che è  chiamata a ricoprire le impone, “in chiave di politica culturale, di dover uscire dalla dicotomia paralizzante fra l’iniziativa scientifica e la politica culturale spendibile, ma spesso culturalmente approssimativa”. ”Per fare ciò – ha continuato il commissario – ho cercato per Terracina di tracciare anche per il futuro, una strategia integrata di ampio respiro che possa coinvolgere in un percorso inclusivo e non autoreferenziale, tutti quelli che hanno o avranno responsabilità di governo del territorio e del suo patrimonio culturale e turistico. Tre asset che partendo da Terracina si allargano sull’intero territorio limitrofo, offrendo crescita e opportunità di sviluppo diffuso nel più vasto territorio della provincia, mediamente un’opera di ricucitura degli interessi e progetti che facciano superare le reciproche diffidenze e mentalità, creando sostanzialmente coesione rafforzata tra gli operatori pubblici in primo luogo, e tra tutti coloro che con competenza intendano impegnarsi seriamente a generare, oltre che a desiderare lo sviluppo locale”.

 Unesco, sulla via Appia

 Ocello, al convegno di sabato, ha salutato con piacere l’iscrizione di Terracina nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità, “valutata dallo stesso Ministero eccellente anche perché collegata con la richiesta di riconoscimento del sito seriale della via Appia da Roma a Brindisi e da altre sue linee strategiche che possono essere ulteriormente sviluppate, come la valorizzazione della costa e degli itinerari sulle acque nonché il potenziamento dell’identità culturale prevalente del territorio, legata principalmente alle bonifiche realizzate nel corso dei secoli”.

Alessandro Ceci
Alessandro Ceci

 E Ceci cita Pasolini: che il capitalismo moderno è peggio del fascismo

Le parole del commissario non sono piaciute ad Alessandro Ceci, promotore del progetto Casa della Cultura. In un post pubblicato su Facebook, Ceci ha giudicato autoreferenziale e noioso il convegno di sabato. “Autoreferenziale – spiega – perché naturalmente hanno parlato soltanto persone auto proclamatesi esperte del patrimonio culturale e dello sviluppo locale (salvo Silvia Costa che ha fatto un discorso chiaro diretto e colmo di problemi importanti). Interventi preordinati per una platea che poteva solo ascoltare i tutori di banalità in carrellata protette dalla testata di un piccola tribuna”. “Ho sentito dire che la Casa della Cultura non serve perché la cultura si può fare ovunque. Lo ha detto il Commissario/Podestà del Comune di Terracina che, a dire il vero, non so nemmeno a che titolo coordinava il convegno. A che titolo si impegnava ad una programmazione culturale per un comune che tra pochi mesi avrà la sua amministrazione. Un conto è avere il potere amministrativo del Consiglio Comunale e del Sindaco insieme, in una aberrazione democratica in cui l’assemblea e l’esecutivo coincidono, altro conto è averne il ruolo. Anzi, credo, che i due organi coincidano proprio perché al potere amministrativo non corrisponde il ruolo. Lasciamo stare la forma e torniamo alla sostanza: la cultura non ha bisogno di spazi? Gli attori non hanno bisogno di un teatro; I musicisti non hanno bisogno di un aditorium; la biblioteca non ha bisogno di locali, i libri non hanno bisogno di scaffali, forse non c’è bisogno nemmeno dei libri. Questa si che è una grande idea, detta pure davanti al Prefetto di Latina che non so che cosa abbia davvero sentito (senza inorridire per il ruolo e il contenuto). Consiglio a tutti di vedere su Youtube il video dell’intervista a Pier Paolo Pasolini su Sabaudia. Pasolini diceva che il capitalismo moderno è peggio del fascismo perché ti toglie i luoghi della cultura e del pensiero: toglie un cinema o una biblioteca e fa un centro commerciale, uno alla volta e alla fine, dopo 10 anni, sei povero di idee e cultura e non puoi fare più niente. Questo avviene anche per il turismo la cui principale connotazione è il passaggio dal consumo alla fruizione, da spazi organizzati a luoghi identificati. Il commissario/podestà del Comune di Terracina sta perfettamente realizzando la strategia di nullificazione della nostra cultura, eliminando gli spazi, e lo proclama pure offrendo ai Terracinesi una Torre che Lei stessa ha chiuso perché non agibile. Una situazione derisoria per tutti noi e comica. Per fortuna tra qualche mese sarà definitivamente conclusa”.

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