Terracina, dietro il dissesto una regia fallimentare. La verità di Nardi sul crac del Comune

Locandina di Stefano Nardi che annuncia l'evento pubblico, organizzato per metà aprile, di presentazione della sua candidatura
Locandina di Stefano Nardi che annuncia l’evento pubblico, organizzato per metà aprile, di presentazione della sua candidatura

Nel fervore della campagna elettorale di Terracina, alcuni candidati in prima linea sono ancora increduli sull’entrata in campo di Stefano Nardi. Dieci anni sindaco, ha annunciato due settimane fa di partecipare alla competizione per la carica più ambita “perché Terracina deve tornare ad essere una città normale”.  Le sue non erano state parole pacate. Anzi. Dirompenti. Deflagranti, in linea con il suo stile e con un dossier tra le mani dal titolo “Te la do io Gomorra”. Una denuncia forte che prometteva ferro e fuoco. Ma nessuno in questi giorni ha osato replicare al “demone guastafeste” che durante i suoi mandati era stato tempestato di critiche di ogni sorta e, con l’arrivo del sindaco Nicola Procaccini, additato quale responsabile del dichiarando dissesto finanziario dell’ente. Nardi, nella sua lunga intervista rilasciata a LatinaCorriere.it, aveva detto che la dichiarazione di dissesto finanziario costituiva il peggior danno prodotto alla città di Terracina dall’amministrazione sfiduciata il 6 maggio 2015. E difronte al pesante atto d’accusa nessuna replica ufficiale con la speranza, forse, di esorcizzare il “demone guastafeste” con il silenzio, tanto da mostrare incredulità alla sua ricandidatura. Un’illusione.

Nardi, parliamo del dissesto…

“Quando vai all’estero, tutti ti fanno i complimenti perché l’Italia è uno dei Paesi più indebitati al mondo. Eppure non dichiara il dissesto, come la Grecia del resto. Lunga vita a chi ha debiti, piccoli e grandi”.

La mette sul piano ironico?

“Niente affatto. Sono serissimo. Come può fallire un Comune con una semplice relazione ed un voto in Consiglio comunale? Il Comune di Terracina fino a quel momento era riuscito a pagare gli stipendi ai dipendenti senza l’intervento dello Stato come è avvenuto altrove. Ho governato per quattro anni senza l’Ici (abolita, ndr), riuscendo a finire il depuratore, la rete fognaria, via Pantani da Basso, Arene 1. Abbiamo aperto gli asili nido tra i più belli in provincia, un modello, tre centri anziani e aumentato la spesa per i servizi sociali. I cittadini devono sapere che le tasse comunali triplicate sono il prodotto del dissesto votato da Nicola Procaccini e Gianluca Corradini e sostenuto da qualcun altro”.

Un dissesto inesistente, secondo lei?

“Ma allora fate finta di non capire… Nel 2008 il Sole24Ore indicava Terracina come la città più visitata d’Italia. Aveva le spiagge comunali, il Tempio di Giove. Abbiamo aperto il Parco della Rimembranza e il Parco Oasi, abbiamo riportato alla luce il Teatro Romano. Abbiamo dato la portualità al Sisto e a Badino e lasciato un progetto per il porto principale. Abbiamo sostenuto l’Arena del Molo con star internazionali. E non si pagava l’occupazione di suolo pubblico. La giunta Procaccini-Corradini ha distrutto tutto: la città è morta”.

Scusi Nardi, ma se andava tutto bene perché si è voluto dichiarare il default del Comune?

“Quando vai all’estero ti dicono che l’Italia in fatto di corruzione è la seconda in Europa, dopo la Bulgaria. Tutti sanno ormai che si fa fallimento dove ci sono i soldi: abbiamo avuto esempi eccellenti a Latina e in provincia di Latina. Con tre milioni di euro in attivo si è fatta fallire la Terracina Ambiente; la giunta Procaccini-Corradini non l’ha difesa. Per me è un capitolo chiuso ormai, non sarò io a rianimare la società partecipata. In quanto al dissesto del Comune, la città deve sapere che l’amministrazione di Procaccini appena insediata ha incassato 17milioni di euro di Ici (nel frattempo ripristinata, ndr). La somma, da sola, poteva bastare a ripianare un terzo del presunto ammontare dei debiti. Presunto, perché ancora non si conosce la cifra esatta. Cinquanta, sessanta milioni di euro?  Io non lo so. Chiedetelo a loro”.

L’ex assessore alle finanze Paolo Cerilli e l’ex consigliere Luca Caringi dicono che presto il dissesto sarà superato…

“Ma allora che caz.. lo hanno fatto a fare il dissesto. Se erano così bravi ad uscire rapidamente dal crac perché non si sono andati a sedere nei consigli di amministrazione dell’Alitalia, del Monte Paschi di Siena, della Lehman Brothers? Con loro non sarebbe finita male neanche la Banca Etruria. A Terracina sarebbe bastato un commissario ad acta per gestire i debiti e invece si è voluto fare il dissesto. Perché?”

Lei sospetta che si stia trattato di un dissesto “pilotato”?

“Chiedetelo a loro. Posso solo dire che il consuntivo del 2014 (sindaco Procaccini) presentava residui passivi pari a 22 milioni di euro. In tre anni, con il debito pregresso affidato all’Organismo straordinario di liquidazione, sono riusciti a competere con il dissesto, da loro dichiarato, prodotto dai debiti maturati dal 1946 al 2011. Tra poco più di un lustro avrebbero dovuto dichiarate un altro fallimento. Questa è la verità. E io la voglio dire”.

 Sul Comune grava una richiesta risarcitoria di 10 milioni di euro per il servizio rifiuti…

“Qualcuno ne risponderà. Non sarà certo la città a farne le spese. Poiché ho letto la citazione posso tranquillamente affermare che vengono evidenziare responsabilità precise che non è giusto che ricadano sulla collettività. Per dieci anni, da sindaco nel pieno ruolo politico, non ho mai interferito nel lavoro dei dirigenti. Tanto è vero che saranno i nuovi legali del Comune a parlare con il dirigente del settore finanze e con l’attuale Avvocatura”.

Sta dicendo che se sarà di nuovo sindaco cambierà l’Avvocatura? Ma non l’aveva creata lei?

“Hanno tradito la mia fiducia. Con una delibera e un regio decreto del 1933 sono stati dati compensi aggiuntivi di 50mila euro all’anno. Un parere legale su una gara d’appalto, sconfessato dal Consiglio di Stato, ha fatto vincere la società che oggi chiede i danni. Ci sarebbe costato di meno ingaggiare l’avvocato Franco Coppi o Giulia Bongiorno”.  

A breve l’affissione dei manifesti di Stefano Nardi, con la data del comizio di metà aprile.  Nessuno potrà più illudersi a Terracina: Nardi non scherzava affatto sulla sua ricandidatura.