Terracina nel Parco, le osservazioni di Legambiente al Piano del Circeo. Le ragioni storiche per guardare al futuro sostenibile

Anna Giannetti

C’è anche Legambiente tra le associazioni che hanno presentato le osservazioni al Piano del Parco nazionale del Circeo, adottato dalla Regione Lazio il 25 luglio 2017. In particolare c’è il circolo “Pisco Montano” di Terracina che, rispettando la scadenza del 19 ottobre, ha proposto l’integrazione gestionale della città di Anxur nella riserva della biosfera Unesco-Mab con l’obiettivo di ricreare lo storico legame tra il Parco e il territorio di Terracina. E non solo.

Le ragioni storiche

“L’approvazione del Piano del Parco – commenta Anna Giannetti, presidente del circolo ‘Pisco Montano’ – rappresenta un momento storico, un vero traguardo per questa area protetta e per tutto il territorio per la salvaguardia della biodiversità e lo sviluppo economico del territorio, strumento di sintesi tra le esigenze di conservazione e quelle di fruizione sostenibile dell’area. Le osservazioni prodotte dal nostro Circolo hanno tutte il comune denominatore di ricollegare il Comune ed il territorio di Terracina al Parco come vuole la sua storia, visto che gran parte dell’area rialzata della ‘duna antica’ da Terracina a Nettuno coperta da boschi, era chiamata appunto Macchia di Terracina e di Cisterna ed era circondata da acquitrini e paludi infestate dalla malaria, nella quale vivevano alcune migliaia di persone dedite alla compravendita di legname e alla caccia, attività che per secoli hanno alimentato,  attraverso la preziosa rete dei canali, l’economia di Terracina. Proprio per ricordare l’importanza che la Macchia di Terracina ha avuto per secoli per la vita della nostra comunità, abbiamo voluto che il Piano recepisse gli indirizzi e le azioni tese a testimoniare, rinsaldare e a non far dimenticare questo storico legame cercando di lavorare sulle connessioni del Parco con il territorio circostante per poterlo integrare all’interno dello stesso legandolo con la storia passata ma anche futura di tutto il sud pontino”.

Osservazione Mab

La presenza del Comune di Terracina nell’area di transizione Unesco-Mab è stata deliberata il 30 ottobre 2013 dalla giunta municipale. La proposta del circolo Legambiente di integrare anche Terracina tra i Comuni di riferimento per il Parco e di impegnare l’ente municipale in una cogestione diretta della Transition Area, facendo riferimento al più aggiornato documento “Lima Action Plan for Unesco’s Man and the Biosphere (MAB), adottato il 17 marzo 2016 al quarto congresso mondiale sulle Riserve della biosfera che si è tenuto in Perù.

Osservazione Piano mobilità

Legambiente di Terracina, attraverso un’apposita osservazione, ha proposto l’inserimento nel Piano del Parco del Circeo di un progetto di mobilità sostenibile integrato che avvicini in modo più efficiente il Parco e i suoi comuni alla linea ferroviaria FL7 (Roma –Napoli) utilizzando gli hub di Priverno-Fossanova e Monte San Biagio-Terracina Mare che possono diventare vere e proprie porte di accesso al Parco, anche come InfoPoint di primo livello, ma anche incrementando la rete interna di piste ciclabili e interconnettendola con la prevista Ciclovia del Sole che potrebbe attraversare il Parco da nord a sud collegando (con le piste ciclabili già in uso e con altre da costruire) i Comuni di Latina-Sabaudia-San Felice Circeo e Terracina.

Osservazione Piano energetico

 Il circolo “Pisco Montano” ha chiesto che nel Piano del Parco del Circeo sia previsto un Piano di azioni per l’energia sostenibile esteso a tutti i Comini del Parco con obiettivi e azioni comuni sia sul piano della mitigazione (incremento dell’uso delle rinnovabili e degli interventi di efficientamento energetico) sia sul piano delle misure e delle azioni di adattamento climatico (in particolare per affrontare i fenomeni dell’innalzamento della temperatura del mare, del livello delle acque e dell’incremento dei fenomeni di erosione costiera) in linea con quanto già definito e previsto dagli scenari e dalle vulnerabilità ipotizzate nella strategia nazionale e nel Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici per il sud pontino.

 Osservazione Fondali

 E poiché tra gli obiettivi del Piano del Parco c’è quello di estendere verso il mare la riserva, il circolo “Pisco Montano” ha chiesto che sia inserito l’intero tratto tra Capo Circeo e Terracina, già Sito di interesse comunitario per la presenza delle praterie di posidonia. “La prateria di posidonia costituisce un elemento fondamentale per la protezione della fascia costiera e per la salvaguardia del sistema dunale – spiega Giannetti – e soprattutto contribuire ad escludere definitivamente la possibilità di installazione tra la foce del Sisto e del Portatore di un impianto di mitilicoltura di 500.000 metri quadrati proprio a ridosso dei confini settentrionali del Sic con un disastroso impatto sia ambientale che sulla economia turistica del litorale (come riportato nell’attuale ricorso ad adiuvandum del nostro circolo al Comune di Terracina contro la Regione Lazio”. Il circolo di Legambiente propone anche di utilizzare, per la redazione del piano di gestione del Sic, le misure già proposte dallo stesso alla Regione Lazio che le ha approvate e di attuare, d’intesa con la Regione Lazio, una gestione integrata da parte del Parco del Sic marino anche per le parti non incluse nel perimetro amministrativo del Parco, al fine di garantire l’omogeneità di gestione del Sic ed un adeguato livello di raggiungimento degli obiettivi di conservazione, senza necessariamente aggiungere ulteriori elementi di vincolo e di tutela.

Osservazione per una rete verso le colline

E’ stato proposto inoltre, da parte di “Pisco Montano” congiuntamente al circolo Legambiente “Larus” di Sabaudia, che il Piano del Parco possa includere anche la creazione a terra di una vera e propria rete con le aree protette e i parchi limitrofi come il Parco Regionale dei Monti Ausoni e del Lago di Fondi, la Zona a protezione speciale “Monti Ausoni e Aurunci”, il Sic “Monte Leano”, il Sic “Monti Ausoni meridionali”, il Sic/Zps lago di Fondi, il costituendo parco dei Monti Lepini attraverso la progettazione di corridoi ecologici di interconnessione tra le diverse aree per gli spostamenti in particolare dell’avifauna, che tenga conto del fatto che, come riportato nel Piano, esiste una Zps ai sensi della Direttiva Uccelli selvatici per tutta l’area terrestre del Parco, che si estende alla fascia costiera marina, utilizzando ad esempio come corridoi i canali della bonifica pontina che potrebbero a loro volta diventare un Sic come è già in parte avvenuto per una loro porzione ricadente nel Sic “Canali in disuso della bonifica pontina”.