Sono al vaglio degli inquirenti le dichiarazioni rese spontaneamente da due tunisini che nel primo pomeriggio di oggi si sono presentati presso la caserma dei carabinieri di Terracina per fornire chiarimenti in merito all’uccisione di Gino Toni Bellomo, il 32enne italo brasiliano, deceduto a seguito di percosse ricevute in piazza Garibaldi sabato sera poco prima della mezzanotte. Ai carabinieri avrebbero dichiarato di aver preso parte all’aggressione e di essere poi fuggiti via per paura, senza rendersi conto di aver ucciso il 32enne. Una versione tutta da confermare per gli investigatori coordinati dal sostituto procuratore Claudio De Lazzaro che sulla scena del crimine hanno raccolto numerosi testimonianze e indizi, acquisendo le immagini delle telecamere con tanto di passaggi essenziali dell’aggressione, ed effettuato rilievi di natura scientifica le cui risultanze saranno fondamentali per circoscrivere responsabilità certe. Si attende l’esito dell’interrogatorio davanti al pm.
La riflessione di Azione Cattolica Terracina
Intanto sull’omicidio del giovane straniero registriamo una riflessione dell’Azione Cattolica di Terracina che riportiamo di seguito
Di fronte alla tragedia consumatasi nella notte di sabato nasce in noi un profondo senso di scoramento e preoccupazione. Assistiamo a quello che nella sua più violenta ed estrema manifestazione rappresenta il disagio e la richiesta di senso della vita delle nuove generazioni. Non esistono vuoti che rimangono tali fuori e dentro di noi. Dove non cresce e matura giorno dopo giorno, attraverso percorsi, stimoli, possibilità e prospettive, la preziosa consapevolezza dell’unicità della vita, del valore assoluto della stessa in relazione con gli altri, trovano spazio frustrazione, cinismo, annichilimento e alienazione. Tutti noi siamo accomunati da una ricerca continua connaturata al nostro essere, che ci porta a domandare chi siamo, perché siamo, verso dove è diretta la nostra vita e quale sia il nostro posto nel mondo. Ognuno lungo il cammino della propria vita va in cerca delle risposte a queste domande. Ciò che siamo chiamati a fare è condividere questo cammino non sentendoci delle isole ma avendo a cuore le difficoltà di chi ci è accanto in primo luogo nelle nostre famiglie e nelle comunità. Attraverso un vero e profondo senso di solidarietà, si trova la forza per uscire da se stessi e sentire che siamo parte di un “noi” dove ognuno ha un posto che nessun altro potrà mai occupare. Tutto questo tuttavia non basta, oltre l’assistenzialismo sono necessarie prospettive e percorsi per una comunità che miri a rendere felice l’esistenza delle persone, favorendone la realizzazione e il pieno sviluppo mettendo a frutto i talenti di ognuno. L’Azione Cattolica tutta di Terracina si stringe intorno a coloro che in questo momento soffrono per la perdita di Gino ma siamo vicini anche alle famiglie di coloro che sono caduti nell’oscurità violenta di tale gesto. Preghiamo il Signore perché illumini le menti e conforti i cuori di ognuno aiutandoci a superare insieme come comunità questa triste vicenda.