Tiberio, appalti pilotati senza associazione: misure confermate per Masi, Volpe e De Biaggio

Il Comune di Sperlonga, a destra Prossedi e Priverno

Appalti pubblici pilotati, ma non da un’associazione a delinquere. Annullato il vincolo associativo, il Tribunale del Riesame ha tuttavia confermato le misure cautelari a carico dell’architetto Isidoro Masi di Maenza, dell’imprenditore e consigliere comunale di Prossedi Nicola Volpe, che quindi restano in carcere, e dell’ingegnere Gian Pietro De Biaggio di Latina, che resta ai domiciliari, accusati di corruzione e turbata libertà degli incanti. La decisione del Riesame è arrivata nella serata di oggi. Ieri per i tre indagati dell’inchiesta Tiberio (difesi dagli avvocati Giovanni Lauretti, Gaetano Marino e Alessandro Paletta) si era tenuta l’udienza davanti ai giudici romani chiamati a valutare i relativi ricorsi volti a chiedere l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare, eseguita il 16 gennaio scorso con i clamorosi arresti che hanno portato in carcere anche il sindaco di Sperlonga Armando Cusani, tutt’ora recluso nella casa circondariale di Latina su decisione del Riesame che ha rigettato il suo ricorso per la libertà.

A carico dell’ingegnere De Biaggio, dipendente del Comune di Cisterna a scavalco nel Municipio di Prossedi come responsabile dei lavori pubblici, l’appalto “pilotato” del palazzo comunale del piccolo centro lepino in cambio di incarichi a Sperlonga. Più gravi gli addebiti nei confronti di Volpe e Masi. Quest’ultimo, dipendente della Provincia di Latina aveva assunto il comando per l’incarico di responsabile dell’area tecnica del Comune di Sperlonga su spinta politica di Cusani. L’architetto Masi è accusato di essere stato corrotto da Cusani per chiudere un occhio sugli abusi da demolire in cambio di incarichi professionali. E di essere stato corrotto per l’aggiudicazione dei lavori di riqualificazione dell’area archeologica di Villa Prato in quel di Sperlonga in favore di Mauro Ferrazzano, imprenditore di Nettuno, anche lui finito in carcere e poi, dopo un lungo interrogatorio, messo ai domiciliari. Corrotto per un tornaconto “garantito” secondo l’accusa dal ruolo di Volpe che per suo tramite lo avrebbe introdotto negli ambienti giusti per nuove progettazioni. Il consigliere di Prossedi, residente a Priverno, appunto Volpe, sarebbe il collante di diverse situazioni finalizzate a pilotare le gare non soltanto a Sperlonga e a Prossedi ma anche a Priverno.

L’annullamento del capo di associazione per Masi, De Biaggio e Volpe, pone tutti e tre nella stessa condizione di Cusani. Ferrazzano, interrogato dal Gip dopo che in un primo momento si era avvalso della facoltà di non rispondere, avrebbe confermato le accuse a suo carico e quelle a carico degli altri indagati sulla base di quanto gli riferiva Volpe. Ferrazzano avrebbe infatti affermato che prima di arrivare a Sperlonga per la gara di Villa Prato conosceva solo Volpe. Sarebbe stato lui quindi ad introdurlo nel giro.

Ieri il Pm Valerio De Luca ha depositato nuova documentazione volta a rafforzare le dichiarazioni dell’imprenditore Ferrazzano. Ma il Tribunale del Riesame ha annullato il vincolo associativo, pur confermando le misure per i tre indagati.

Per la prossima settimana sono previste le udienze davanti al Tribunale del Riesame per i ricorsi per altri tre indagati, Domenico D’Achille, Alessandra Bianchi e Antonio Avellino.