Traffico illecito di rifiuti, sequestrate con “Maschera” anche due aziende pontine. Il nodo dei codici speculari

Undici aziende e due discariche poste sotto sequestro per traffico illecito di rifiuti. La maxi inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma è sbarcata anche in provincia di Latina con le nuove “divise” del Gruppo Carabinieri Forestale che ha impiegato oltre 20 uomini sul doppio fronte a Nord e Sud del capoluogo pontino. I sigilli sono stati apposti alla Refecta srl di Cisterna e al Centro servizi ambientali srl di Castelforte dove sono state eseguite diverse perquisizioni e affidate le strutture ad amministratori giudiziali.

L’operazione

L’operazione partita dalla Capitale si è concentrata in massima parte nella provincia di Frosinone dove i sequestri più importanti hanno riguardato la Saf, società a partecipazione pubblica che gestisce l’impianto di trattamento di Colfelice, e la Mad, società proprietaria della discarica di Roccasecca. Trentuno in tutto le persone indagate a vario titolo per traffico illecito di rifiuti con codici cosiddetti speculari, traffico di ingenti quantità di rifiuti provenienti dal trattamento dei rifiuti solidi urbani, violazioni alle prescrizioni Aia (Autorizzazione integrata ambientale), frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata.

Le contestazioni

In base agli accertamenti svolti dai carabinieri nelle diverse strutture, compreso Noe ed ex Forestali, su delega della Dda di Roma, le aziende sequestrate nella maxi operazione odierna denominata “Maschera”, avrebbero conferito rifiuti, da loro trattati, nelle discariche Mad e Saf, classificandoli come non pericolosi in forza di analisi quantitativamente e qualitativamente non esaustive. Non a caso, tra gli indagati, risultano anche i responsabili di otto laboratori di analisi. Le analisi, in base agli inquirenti, sarebbero state fornite con la consapevolezza della loro parzialità. Ai gestori delle discariche, autorizzate per rifiuti non pericolosi, sarebbe stato contestato il fatto che avrebbero consentito il conferimento dei rifiuti di rifiuti erroneamente classificati come non pericolosi (trattamento di rifiuti speculari per la loro provenienza non certa ed identificata che possono assumere sia il carattere non pericoloso che pericoloso a seconda della natura esatta del rifiuto). Il reato di frode nelle pubbliche forniture e di truffa viene contestato alla Saf, visto il rapporto con i Comuni e la Provincia di Frosinone. Per traffico illecito di rifiuti si rischia la confisca in caso di condanna definitiva.

Refecta nel mirino per quantità marginali

Intanto, alla Refecta di Cisterna si continua ad operare normalmente, vista la temporanea nomina di un amministratore. “Abbiamo completa fiducia nell’operato della magistratura e confidiamo di poter fare chiarezza in brevissimo tempo, almeno sulla nostra posizione”, ha dichiarato Riccardo Traversa, amministratore unico della società titolare dell’impianto di recupero rifiuti provenienti da raccolte differenziate a Cisterna di Latina, sottolineando con forza alcuni particolari a margine dell’inchiesta. “Ci viene addebitata una non corretta procedura di classificazione di un rifiuto prodotto in quantità marginali nel nostro impianto di depurazione delle acque reflue. Parliamo di 250 tonnellate di rifiuti conferiti tra il 2014 e il 2015, rispetto alle 200.000 tonnellate gestite”. “Non capiamo i motivi del nostro coinvolgimento e pertanto restiamo fiduciosi di poter chiarire quanto prima e dimostrare la nostra completa estraneità ai fatti che ci vengono addebitati”, ha concluso l’imprenditore.

L’azienda di Cisterna nella white list della Prefettura

Refecta opera da circa quindici anni nella gestione dei rifiuti ispirandosi a procedure e standard che l’hanno portata ad ottenere certificazioni importanti come la Registrazione Emas l’iscrizione nella “white list” della Prefettura. Persegue da sempre obiettivi di sensibilizzazione sulle buone pratiche per il riciclo dei rifiuti, anche con campagne nelle scuole della provincia di Latina. Attualmente impiega oltre 100 addetti tra diretti e indiretti impegnata con continuità in attività di ricerca e sviluppo che genera investimenti volti al recupero di materie prime seconde dai rifiuti.