La Procura di Cassino ha aperto un’inchiesta sulla morte di Paolo Mendico, il quindicenne di Santi Cosma e Damiano trovato senza vita giovedì mattina nella sua stanza. Il ragazzo, studente dell’istituto tecnico Pacinotti, si sarebbe tolto la vita utilizzando la corda di uno strummolo. Un gesto estremo che, secondo i familiari, sarebbe legato a episodi di bullismo subiti a scuola, perché ritenuto “diverso” dai compagni. La denuncia è contenuta in una lettera inviata dai genitori al ministro dell’Istruzione Valditara, alla premier Meloni e a Papa Leone XIV.
Il fascicolo aperto dalla procura ipotizza il reato di istigazione al suicidio e pm e carabinieri stanno ricostruendo le ultime ore di vita del ragazzo. Oltre al telefono cellulare di Paolo, sono stati sequestrati anche quelli di alcuni compagni per verificare messaggi, chat e possibili episodi di vessazioni. Intanto a scuola e tra gli amici corre il ricordo di un giovane riservato, appassionato di musica, capace di sorridere e stringere rapporti sinceri.
La famiglia chiede ora verità e giustizia, raccontando di un percorso segnato da esclusioni e prevaricazioni sin dalle elementari, con segnalazioni rimaste senza seguito. “Se faccio tardi conservatemi un posto tra i primi banchi”, avrebbe scritto Paolo ai compagni poco prima di togliersi la vita. Parole che oggi pesano come un testamento di dolore, e che pongono con forza il tema della responsabilità degli adulti nel prevenire e contrastare il bullismo, perché simili tragedie non si ripetano.









