Turismo? Un asset strategico per la provincia. Potenziare l’accoglienza alberghiera.

ECONOMIA & SOCIETA’

RUBRICA SETTIMANALE 

di Ivan Simeone
i.simeone@virgilio.it

Da più parti si guarda al mondo del turismo e della ricettività, come ad uno degli asset strategici del nostro territorio.
Più volte lo abbiamo fatto presente, detto e scritto. Il nostro territorio è situato in una posizione strategica, tra un’area marina e naturalistica, alle realtà collinari; una posizione strategica tra la Città Capitale e la Città partenopea. La nostra provincia ha anche una buona rete ricettiva ma certamente bisognerebbe potenziarla e creare una regia comune di accoglienza e avviare una politica attrattiva sui nostri territori.
Una recente analisi condotta dalla Confesercenti –www.confesercenti.it- con la propria organizzazione Assohotel.

“Nonostante la concorrenza, l’accoglienza alberghiera è ancora il fulcro dell’industria turistica italiana: nel 2022 alberghi e hotel della penisola hanno registrato oltre 250milioni di pernottamenti, il 61,3% del totale.
Un risultato che conferma il ruolo insostituibile della rete dei nostri hotel, nonostante le criticità: dal 2012 al 2022 le imprese ricettive alberghiere sono calate del -3,9%, a fronte di un deciso aumento delle strutture extralberghiere: +55,6%. Una concorrenza che ha pesato soprattutto sulle piccole attività: in dieci anni hanno chiuso i battenti 2457 alberghi a 1 e 2 stelle.

Posti letto. Il settore alberghiero italiano risulta caratterizzato da una dimensione media di posti letto piuttosto contenuta, specialmente se confrontata con alcuni Paesi europei. Gli alberghi italiani registrano in media 69,1 posti letto per struttura nel 2022, seppur in crescita rispetto al 66,7% del 2012, a fronte dei 101 spagnoli, 170,6 portoghesi, 159 croati, 86 greci e 76,3 francesi. Invece, in termini di esercizi e numerosità di posti letto il primato spetta all’Italia, seguita da Germania e Spagna.

Le stelle. Secondo i criteri di classificazione delle strutture alberghiere, in Italia la media delle stelle attribuite all’intero settore è di 3,4: è la Sardegna a conquistare il livello medio più elevato. Gli alberghi italiani sono infatti concentrati in prevalenza nella categoria intermedia dei 3 stelle (46% di esercizi), ai quali è riconducibile il 39,5% dei posti letto disponibili. Tuttavia, nel corso degli ultimi dieci anni si è registrato un aumento dell’incidenza degli alberghi di categorie superiori: in termini di strutture il peso dei 4 stelle è del 19,7%, quello dei 5 stelle è del 2%.

Gli hotel per area/regione. Rispetto alla distribuzione territoriale degli hotel, nelle regioni del Nord Est si concentra circa il 41,2% delle imprese e il 35% dei posti letto dell’intero comparto; sono prevalentemente piccole/medie imprese con una dimensione media delle strutture di 58,8 posti letto, in assoluto il valore più basso rispetto a quanto rilevato per le altre aree geografiche dove la distribuzione degli hotel risulta abbastanza omogenea. Nelle regioni del Sud e Isole, invece, si registrano 6.951 strutture alberghiere, il 21,4% del totale, e la dimensione media in termini di posti letto sale invece a 92,6. Mentre, per quanto riguarda il rapporto letti/superfice territoriale, il dato medio è di 7 posti letto per chilometro quadrato. In questo caso la concentrazione maggiore si rileva per il Trentino – Alto Adige mentre quella minore risulta in Molise.

La presenza straniera in albergo. Negli ultimi dieci anni – considerando anche il periodo di stallo dei mercati dovuto alla pandemia – la componente straniera ha ceduto il 5,8% degli arrivi e il 4,2% di presenze. In ogni caso, pur in presenza di alcuni condizionamenti negativi anche nel 2022, il peso dei turisti stranieri sul totale è stato del 46,5%. Un risultato positivo sia per gli effetti sulla bilancia dei pagamenti, sia perché si tratta di una componente della domanda turistica con una spesa media più elevata: le presenze straniere si sono concentrate maggiormente negli hotel a 4 e 3 stelle. Inoltre, le presenze straniere tendono a distribuirsi in periodi più lunghi, contribuendo così ad attenuare il fenomeno della stagionalità dei flussi turistici.

La spesa. A conferma della dinamicità di un settore che, nel corso degli anni, ha rimodulato continuamente il suo modello di offerta per riuscire a competere con le nuove proposte di ricettività che periodicamente si sono introdotte sul mercato, anche i dati di Banca d’Italia: nel 2022 la spesa dei turisti stranieri che hanno soggiornato in hotel è stata di 21,1 miliardi di euro, pari al 49,8% della spesa totale di tutti gli stranieri. Invece, se consideriamo solo la spesa sostenuta per il servizio di alloggio in hotel, il valore stimato da Banca d’Italia è di 10,1 miliardi di euro, cioè il 53% della spesa totale sostenuta per tutte le tipologie di alloggio. Per quanto riguarda, infine, il profilo di spesa per l’alloggio di chi sceglie l’hotel, si rilevano, in media, 91,4 euro per notte contro i 53,4 euro di spesa media riferita a tutti i servizi di alloggio.”