Uccisa dal crollo del soffitto, il proprietario di Essenza:”Scavavo a mani nude per salvarla”

Il dramma del crollo del soffitto del ristorante “Essenza” a Terracina ha lasciato un segno indelebile. Indelebile nella mente di Simone Nardoni, proprietario, chef e nonché cugino di Mara Severin, la giovane sommelier di 31 anni che ha perso la vita in quella tragica sera. In un intervista a Repubblica Simone Nardoni ricorda quei momenti terribili: “Scavavo a mani nude tra le macerie, in una nuvola di polvere, chiamandola: “Mara, Mara”, ma lei non rispondeva”. Una scena che è ancora viva nella sua mente. “Faccio fatica a credere a quello che è successo, a come tutto sia potuto succedere in pochi secondi. Mara era la mia alter ego, mia cugina, e ora non c’è più”.

Lo chef era fuori dalla cucina quando ha sentito strani rumori e le luci si sono spente. “Mi sono buttato dentro, senza capire cosa fosse successo. C’era una nuvola di fumo e polvere, e tanta gente che fuggiva e gridava. Dentro c’erano cinque persone in cucina, quattro in sala, tra cui la sorella minore di Mara, e circa venti clienti. Con l’aiuto dei collaboratori e dei cittadini di Terracina, siamo riusciti a tirare fuori alcune persone, tra cui Mara, che era viva ma non cosciente”.

Nardoni ha descritto con commozione quei minuti interminabili: “Stavo in ginocchio a scavare, Mara non rispondeva, e io non volevo lasciarla. Quando finalmente l’hanno trovata, era ancora viva, i medici hanno lottato per salvarla fino all’ultimo”. Purtroppo, nonostante gli sforzi, Mara non ce l’ha fatta.

Simone ricorda Mara come una persona straordinaria, innamorata del suo lavoro e molto generosa: “Era diventata una grande sommelier, gestiva una cantina di 900 etichette e il bistrot accanto al ristorante. Prima di mettersi in salvo, ha pensato a far uscire i clienti. Fosse scappata subito, forse ora sarebbe ancora viva”.

Per ora, il proprietario di Essenza preferisce fermarsi e riflettere: “Non riesco a capire cosa sia successo. Noi siamo solo affittuari e non abbiamo mai fatto altro che manutenzione ordinaria. La responsabilità è della proprietà. Ora ho bisogno di un po’ di tempo, poi proveremo a ripartire, nel nome di Mara”.