Le tribolazioni di un italiano in Cina è un romanzo divertente , ma che tiene tutti con il fiato sospeso.
Una storia in cui si mescolano , con meravigliosa alchimia,avventura , amore, viaggio, paura e speranza.
L’autore riesce a farci sorridere delle sue peripezie , ma ci fa anche riflettere , il tutto mentre , insieme a lui , viaggiamo per migliaia di chilometri.
Il romanzo di Andrea Pasquale merita un posto nelle vostre librerie. Qui potete trovare la mia recensione completa.
Ma ora lascio la parola ad Andrea.
Ciao, Clelia. Innanzitutto fammi dire che sono onorato di essere qui.
All’età di otto anni, scrissi un libro sui dinosauri, con tanto di foto dei modellini giocattolo in posa e disegni semi professionali. In seguito, ho passato la fase degli agghiaccianti racconti adolescenziali per poi finire a scrivere soprattutto per me stesso. Fino a questo libro.
Il tuo romanzo è molto divertente , ma anche ricco di spunti riflessivi: pensi che l’ironia possa veicolare un messaggio in maniera più efficace o , semplicemente , il libro è espressione del tuo modo di essere?
L’ironia è il mio modo di essere e di affrontare la vita, quindi l’atteggiamento del protagonista, che sono io, riflette i miei pensieri e le mie reazioni reali.
Quanto è vero ciò che racconti? E’ proprio un diario di viaggio o parte di quello che narri è frutto di fantasia e dell’arte di romanzare?
E’ tutto vero al 100%, anche se non ho usato i nomi reali dei personaggi per rispetto della loro privacy.
Man mano che procedevo nella lettura delle tribolazioni del Butre, mi sono trovata più volte a chiedermi come ti sia venuto in mente di partire ed arrivare fino in Cina per un lavoro del quale sapevi poco o niente.Cosa dovrebbero avere , secondo te, i ragazzi di oggi per affrontare al meglio il mondo del non lavoro che li aspetta? Spirito avventuriero o un pizzico di incoscienza, o magari tutti e due?
Ecco la semplificazione della storia di cui ti parlavo prima. In realtà, non andò proprio così.
Diresti che il tuo spirito nomade sia la logica derivazione dell’essere nato e cresciuto in una piccola regione Italiana?
Sicuramente. Crescendo nella provincia, si passa gran parte del tempo a sognare di essere altrove, a volere di più.
Quali sono i tuoi prossimi progetti narrativi ?
Ho molte idee in cantiere, ma non ho ancora messo nulla su foglio.
Quando hai capito che le tue tribolazioni sarebbero diventate un romanzo?
Quando raccontavo la storia a voce, le persone ridevano a crepapelle e ogni volta mi pregavano di scriverci un libro.
Butre : il perchè della scelta di questo strano nome.
Ha ha ha, che ridere! Come scrivo nel libro, questa è una lunga e complicata storia che mi riserverò di svelare in un altro romanzo di tribolazioni. Qui non ce ne sarebbe lo spazio.
Tre motivi per cui sarebbe meglio NON leggere il tuo libro
A) Alcuni lettori mi hanno maledetto perché ridevano in autobus, in tram o in luoghi pubblici diventando oggetto delle occhiatacce della gente. Non leggete il mio libro in biblioteca o in luoghi affollati se siete particolarmente schivi!
B) Sarebbe meglio non leggere il mio libro se non lo si fa con una mentalità aperta o se si va alla ricerca della polemica facile. Il mio romanzo solo di facciata prende (bonariamente) in giro alcune abitudini cinesi per noi molto strane, ma in realtà ha una doppia facciata: di invito a viaggiare e di dura condanna del sistema Italia. Quando ho letto i (pochissimi, devo dire) giudizi su un presunto maschilismo o razzismo del romanzo, mi sono fatto due risate. Vivo “da nomade” da 15 anni, ho una moglie cinese e un figlio misto fresco fresco, fate un po’ voi.
C) Non leggete il romanzo se siete particolarmente sensibili all’argomento sputi, salivazione e sporcizia: potrebbe non essere la storia adatta al vostro stomaco!
Ora invece dimmi perché dovremmo leggerlo?
A) Leggetelo se volete passare qualche ora spensierata a sorridere delle tribolazioni dell’uomo che ha dato nuova linfa al concetto del “tanto c’è sempre chi sta peggio di me” e se vi volete fare due risate al cospetto delle sfighe della nostra generazione.
B) Dovreste leggerlo qualora vi vada di fare un giro per la Cina meno turistica, meno popolare, meno politicamente corretta, quella che non c’è sulle guide o sulle foto patinate dei monumenti, per avere una diversa chiave di lettura del paese che è ormai sulla bocca di tutti.
C) Mi sentirei anche di consigliarlo per non sottovalutare e stare attenti alle truffe nei confronti degli italiani all’estero. A me e alla mia compagna di viaggio andò tutto bene, ma c’erano i presupposti perché gli eventi potessero prendere una piega per niente piacevole.
Pensi che un giorno tornerai a vivere in Italia?
Mi piacerebbe per lo meno tornare in Europa, per quanto riguarda l’Italia la vedo un po’ più difficile.
Si nasce o si diventa scrittori?
Penso che l’uomo sia una creatura talmente complicata che dipenda da ognuno di noi.
Grazie per la chiacchierata, Clelia!
Un abbraccio e un saluto a tutti i tribolati d’Italia!
Il Butre.