Veloce come il vento, una lezione di vita, autodistruzione e controllo di sé

In sala dal 7 aprile, Veloce come il vento, terzo lungometraggio di Matteo Rovere con protagonisti Stefano Accorsi e l’esordiente Matilda De Angelis. Il film è un’esplosiva storia ambientata nel mondo dell’automobilismo italiano, a cui si intreccerà la vicenda di due fratelli molto speciali.

Giulia De Martino (Matilda De Angelis) è una ragazza di diciassette anni pilota nel prestigioso campionato italiano GT. Alla morte del padre, si ritrova a dover pagare i debiti di questo pur di non perdere la casa dove vive con il fratello minore. Arriverà in suo soccorso il fratello maggiore (Stefano Accorsi), un tossico ex pilota di talento, che la aiuterà a vincere le sue sfide in pista e nella vita.

A visione conclusa si esce dalla sala letteralmente sbalorditi. Quest’anno il cinema italiano sta tirando fuori dal cilindro delle perle di rara bellezza che assolutamente nulla hanno da invidiare ai film esteri. Matteo Rovere si pone alla guida di un film spericolato, conducendolo con maestria grazie ad una regia dinamica ed esperta, senza sbagliare un solo colpo e realizzando inquadrature e sequenze straordinarie. La sua visione del film ha dello strabiliante e la messa in scena è realizzata con un sostegno tecnico sbalorditivo. Il montaggio in primis ci regala un film ad alta velocità, con un ritmo serrato che lascia letteralmente lo spettatore senza fiato e con il batticuore. La fotografia cattura tutto ciò con lucidità e limpidezza, donando colore, atmosfera e poesia alle sequenze più belle del film, sia quelle dinamiche che non. Menzione di merito va anche alla colonna sonora azzeccatissima e da brividi di Andrea Farri, che contribuisce in maniera eclatante nel rendere l’anima del film, divisa tra l’esplosività dei ruggenti motori e l’intimità di personaggi fragili che tutto hanno da dimostrare. La sceneggiatura regala una storia brillante, mai scontata, in grado di prendere con coerenza continui cambi di direzione che non faranno che sorprendere lo spettatore fino all’ultimo, non facendogli mai prevedere come andrà a finire. I dialoghi sono un altro importante elemento del film, da quelli più frizzanti a quelli più riflessivi, a cui in entrambi i casi un grande cast, capitanato da uno Stefano Accorsi da premio, sa donare spessore non dando nulla per scontato. E proprio lui, Accorsi, regala quella che con tutta probabilità è l’interpretazione migliore e più sentita della sua carriera finora. Nel ruolo di uno sguaiato tossico che ha perso quasi tutto, riesce a mostrarne tanto i lati comici quanto quelli più drammatici, mettendo in essere un personaggio struggente che si farà amare da subito. Non sfigura assolutamente neanche l’esordiente Matilda De Angelis, in un’interpretazione sincera ed emozionante di una ragazza con la testa sulle spalle che ha troppo controllo della sua vita, e che dovrà invece imparare a lasciarsi andare per vivere appieno. L’intensità dei suoi sguardi è elemento prezioso del suo personaggio, così sobrio e vero da risultare estremamente attrattivo.

Veloce come il vento, liberamente ispirato alla vita del pilota di rally Carlo Capone, si afferma sin dalla sequenza iniziale come un grandissimo film del genere, dove ogni cosa è curata con minuziosa precisione tanto da risultare un prodotto tecnicamente impeccabile e con un incredibile dose di cuore e sentimento, che non mancherà di far emozionare ogni tipo di spettatore. L’insieme del film è infatti una stella splendente nel firmamento del cinema italiano di questi anni, e trovare una stonatura in quest’opera è pressoché impossibile, e qualora ci fosse nulla toglie alla meraviglia che la pellicola nel suo complesso dona e che sarà difficile dimenticare. Il film mostra e insegna con coraggio e sensibilità, come sia necessario a volte correre dei rischi, che è lecito farsi male ma anche imparare ad aggiustarsi, che bisogna perdere il controllo per sentirsi vivi, restando in equilibrio tra il tutto e il niente, perché come recita anche la frase d’apertura del film “se hai tutto controllo, significa che non stai andando abbastanza veloce”.

Veloce come il vento è presente nei cinema di Latina (Corso Multisala e Oxer).