“Viale Mazzini è ancora lì…”, Ranieri spiega e difende una decisione ponderata

Viale Mazzini è ancora lì…“. L’assessore Ranieri ricorda alla cittadinanza, ma soprattutto a chi si è lanciato in una battaglia contro l’amministrazione comunale per la decisione di tagliare i pini sulla strada, l’ovvio che però pare essere sfuggito. Poi spiega puntualmente con una lunga nota quanto la scelta fosse necessaria.

“Il panorama urbano, lo skyline, è stato modificato perdendo la sua componente naturalistica ed ambientale che più delle altre componenti ha sofferto delle difficoltà di una corretta gestione e cura della città.

Dal punto di vista squisitamente ambientale molti dimenticano che i cambiamenti climatici sono in atto e gli effetti non sono semplicemente i prevedibili futuri innalzamenti dei mari ma soprattutto una serie incontrollata ed incalcolabile di effetti di tropicalizzazione del nostro clima con tempeste di vento, ondate di siccità, aumento della temperatura media per lunghi periodi. Questi effetti li stiamo sperimentando sempre con maggiore frequenza.

Io ricordo in città almeno tre allerte meteo tra ottobre ed oggi con conseguenze disastrose per il nostro territorio. Qualcuno ricorderà che nell’ottobre del 1991 un fenomeno disastroso fece fuori tutti i pini della Litoranea tra la via del Mare e l’incrocio di Fogliano e che solo pochi mesi fa i filari dell’Appia hanno subito perdite ingentissime. In taluni casi come a Terracina una vera e propria ecatombe”.

Il motivo del taglio: “I pini purtroppo sono stati tagliati perché malati, insicuri e soggetti a fenomeni atmosferici e climatici che ricorrono con frequenze sempre maggiori e saranno rimpiazzati con altri alberi per dare un nuovo skyline che presenti anche nuove peculiarità civili, economiche e culturali. Latina non deve essere considerata statica, ferma ed immobile ma in continuo divenire”.

Poi si toglie qualche sassolino dalle scarpe: “Una città che è poco incline al cambiamento, al lento progredire del tempo per cui improvvisamente nel giro di poco viene richiesto all’amministrazione comunale di tagliare degli alberi pericolanti ed insicuri,  di asfaltare tutte le strade, di rifare completamente tutti i marciapiedi distrutti dalle radici delle piante e dai frequenti scavi dei sottoservizi, di riparare le fontane dimenticate della Città delle acque pensata dal professor Cervellati, aprire il Mercato Annonario chiuso dal 2011, acquistare la Banca d’Italia “perché non deve andare ai privati” e solo per rimanere nel centro storico preservare l’asfalto dalla scellerata previsione di una zona pedonale così poco estesa che si scatena la “perdita d’identità” della città”.

“I pini verranno rimpiazzati con altre specie che potranno evitare spiacevoli “isole di calore” dando un diverso utilizzo a quelle aiuole diventate negli anni delle vasche d’acqua putrida che ha portato alla morte delle radici dei pini. Il “fate qualcosa” che ho sentito già dopo la caduta dei primi pini si è concretizzato in un taglio che gli Uffici hanno determinato dopo aver verificato tutte le diverse possibilità.

Mi sento di difendere chi ha dovuto fare questa scelta e lo faccio perché chi si è occupato del Verde, ed in generale delle politiche ambientali negli uffici e nei partiti, in questa città è sempre stato ai margini di tutte le discussioni partitiche e delle scelte urbanistiche.

Un aneddoto che ormai è storia della Città e che andrebbe ricordato: quando venne realizzato il Parco San Marco, (con delibera n. 1002 del 23.06.1992 i “lavori di costruzione della viabilità e delle aree attrezzate per la formazione di un parco in zona R3) l’area venne consegnata al Comune, al fine di provvedere alla loro utilizzazione e manutenzione, completamente priva di impianti elettrici, vasca senza ringhiera rivestimenti pompe ed illuminazione, aree non pavimentate, chiosco e soprattutto senza terreno vegetale (3000 mq), essenze arboree ed arbustive, prati, panchine e fontane.

Falsità come quella che “in tempi forestazione urbana…a Latina gli alberi li tagliamo e basta” non hanno diritto di menzione. Coloro che lo fanno mentono sapendo di mentire dimenticando che Latina con UPPER ed altre piantumazioni sono stati previsti interventi, in parte già realizzati, che vanno nel senso opposto”.

Un colpetto lo dà anche alle categorie che sono rimaste ferme a guardare: “Le politiche di decoro urbano e delle Green Cities si possono realizzare con l’aiuto di tutti e si possono realizzare solo pensando insieme una pianificazione del verde e dell’ambiente urbano. Per esempio, per viale Mazzini, che si potrebbe ripensare completamente copiando il disegno di viale Italia, smettiamola di dire che non ci sono le idee, piuttosto bisogno avere la forza di portare avanti le scelte. Le idee si portano avanti in contesti collaborativi e partecipativi come quello della Casa della Città (Urban Center). L’Ordine degli Architetti come tutta la Rete delle Professioni Tecniche può e deve essere il motore del nascente Urban Center (Casa della Città) ma al momento gli Ordini non hanno sentito la necessità di partecipare in maniera istituzionale alla nascita dell’Associazione e al suo sviluppo. Ci auguriamo che si possa rimediare a questa mancanza di condivisione”.

“Dire che tagliando gli alberi si è indifferenti all’anima della città e che un pezzo di città sia stravolto dovrebbe far riflettere il Presidente dell’Ordine degli Architetti che è al corrente dell’esistenza di uno studio di inserimento dell’attuale ZTL e della sua pavimentazione all’interno di un’area più larga che comprende proprio gli assi storici della città e tutti gli interventi che si stanno portando avanti. Del resto quando era Assessore all’Urbanistica furono dati importanti incarichi per effettuare giustamente il Piano di Recupero del Centro Storico incaricando, nel 2006; 11 professionisti divisi su più settori e che le cronache e gli atti dimostrano non aver collaborato in un’ottica di confronto e di unitarietà dell’intervento di recupero. Ci avrebbe poi pensato Wilmotte a ricucire la “ZTL con il buco intorno” ed il Sindaco a restituire i fondi a CDP destinati a realizzare il mercato annonario appena finito di riprogettare.

Le idee oggi vengono anche dai cittadini, dai professionisti e da chi vuole partecipare alla vita pubblica perché solo così si supera la “delega in bianco” data ad un team di soggetti che determina le scelte politiche, urbanistiche o del paesaggio. Per questo ho voluto che venisse concesso alla alla Sezione di Latina di Italia Nostra il Patrocinio del Comune di Latina per il Concorso di Idee “Giovani Ingegni di Verde e di Arte” che ha come scopo quello di premiare idee e progetti per il miglioramento del decoro urbano. Ci auguriamo di vedere proprio dai nostri giovani idee nuove contro il degrado urbano”.