Vis Fondi – Unicusano Tivoli, una bella partita con un triste epilogo

Le rispettive dirigenze non lo ammetteranno mai, eppure la gara di calcio a 5 femminile di Serie A andata in scena domenica 6 novembre, in zona Settecamini a Roma, tra l’Unicusano Tivoli e la Vis Fondi aveva un po le connotazioni di un derby. Anche se gli ospiti arrivavano dalla provincia di Latina e la squadra di “casa” da quella di Roma, c’era e c’è un file rouge a legare le due compagini. I rossoblu, colori epocali della città di Fondi infatti, sono anche i colori della squadra di calcio a 11 che milita nel campionato di Lega Pro col nome di Unicusano Fondi. Ecco svelato il tratto di unione (forse dovremmo chiamarlo casus belli) che fa da sfondo alla gara valevole per la 7^ giornata del girone b di Serie A di calcio a 5 femminile. Gara disputata nel palasport di una periferia romana, struttura che non si capisce come possa ospitare gare di calcio a 5 di Serie A, visto che ha degli oggettivi limiti strutturali, di sicurezza, e chi più ne ha ne metta, a tal punto che la sorprendente pioggia caduta all’esterno ad un certo punto ha invaso parte del campo di gioco, costringendo gli arbitri a sospendere per qualche minuto l’incontro. La Vis deve vincere, ma pure l’Unicusano avrebbe tanto voluto. Il risultato finale parla chiaro: 2 a 1 per i fondani, quelli veri. Quelli sostenuti sugli spalti dai tifosi, quei tifosi che (giusto o sbagliato che sia) non seguono più la squadra di calcio a 11 della loro città perchè non la sentono più patrimonio cittadino. Tifosi, si badi bene, rispettosi, educati e giovani dentro e fuori, che non accennano minimamente ad alcuna polemica durante tutta la partita. Gridano e tifano, questo sì e ci mancherebbe, per quelle ragazze che stanno per portare a casa una nuova vittoria, e di conseguenza una grande soddisfazione della quale saranno orgogliosi. Finisce la partita, e nonostante un arbitraggio creativo con punizioni e falli a favore quasi esclusivo delle “casalinghe”, la Vis porta a casa la quinta vittoria in campionato e il primato solitario in classifica. Fin qui tutto bene, fin qui, appunto. Si perchè in barba ad ogni regola (anche non scritta) dello sport mondiale, alcune calciatrici perdenti, hanno la malsana idea di avvicinarsi alla curva dei tifosi ospiti, e con gestacci che proprio non si addicono a delle signore, consigliano (molto vivamente) ai supporter di non applaudire con troppa enfasi alla vittoria, perchè ospiti in quel luogo. Certo, la frustrazione e’ comprensibile, ma e’ solo una tiepida attenuante rispetto ad un atteggiamento così smaccatamente antisportivo; atteggiamento che poteva provocare come reazione qualsivoglia epiteto. Eppure dalle “tribune” le tifose, quindi donne, rossoblu, tentavano di tranquillizzare le atlete di casa che insieme all’incontro avevano perso pure la bussola. Cio’ nonostante, non si arrivava alle mani solo grazie all’intervento della dirigenza “Vis-Fondana”, che come sempre, ha operato un meticoloso filtro comportamentale nei confronti dei suoi tifosi. Per tutta risposta dall’altra parte si decide di tirare in ballo faccende del tutto fuori luogo con commenti quali: “mo chi fanno venì la mafia. Insomma, una bruttura che travalica il fatto sportivo, che sfocia nella mala educazione, nell’incivilta’.  Paradossalmente, pero’, e’ andata in scena una lezione di vita, un bignami del “cosa non andrebbe fatto dopo una sconfitta”.