Economia & Società
di Ivan Simeone
i.simeone@virgilio.it
Aprire una propria attività è un passo entusiasmante, ma richiede preparazione, consapevolezza e competenze.
La formazione imprenditoriale, spesso sottovalutata, non è un optional: è la base su cui costruire il successo. Passione sì, ma non basta. Avere una forte motivazione è importante, ma non è sufficiente.
Il mercato è complesso e competitivo: per affrontarlo serve essere ben “attrezzati”. Avviare un’attività, piccola o grande che sia, comporta opportunità, ma anche rischi da valutare e gestire. I numeri parlano chiaro.
Secondo i dati 2023 del GEM – Global Entrepreneurship Monitor, l’8,3% della popolazione adulta è coinvolta in attività imprenditoriali, con un aumento del 50% rispetto a due anni prima. Cresce dunque la voglia di fare impresa, ma molti esitano per timore di non essere abbastanza preparati.
Le attività “abbassano la saracinesca” prevalentemente per problemi legati alla difficoltà di liquidità (credito), mancanza di richiesta da parte dei consumatori, concorrenza e problemi legati alla difficoltà di trovare collaboratori adeguatamente formati. Da qui l’esigenza d’avviare (prima) una adeguata formazione imprenditoriale.
Per partire con il piede giusto, è fondamentale conoscere il contesto sociale ed economico, comprendere le dinamiche di mercato, avere nozioni base di marketing e gestione aziendale, saper interagire con il cliente ed essere consapevoli degli aspetti legati al personale e alla sicurezza.
Un esempio concreto: saper fare una buona pizza non significa automaticamente saper gestire una pizzeria. Servono competenze a 360 gradi.
Essere imprenditori oggi significa anche puntare su un aggiornamento costante per accogliere le nuove sfide del mercato e governare i cambiamenti, che oggi sono più che repentini. Bisogna conoscere le nuove tendenze dei clienti e farsi supportare dalle nuove tecnologie per gestire la propria nuova attività.
Ovviamente la formazione deve essere “certificata” e dovrà poi essere allegata anche al Business Plan per dimostrare le proprie competenze.
Ricordo un saggio di qualche anno fa, scritto da un giornalista che aveva avuto l’idea di aprire una pizzeria, attraversando mille vicissitudini che nulla avevano a che fare con la “pizza” ma si trovò invischiato in una ragnatela burocratica da far paura. “Volevo solo vendere la pizza” di Luigi Furini per le edizioni Garzanti. Un testo che consiglio vivamente di leggere a chi vuole avviare una nuova attività.
Avviare una nuova attività non è solamente “alzare una saracinesca” ma innanzitutto “saper fare” qualche cosa, avere passione, formazione ed una attenzione ad alcuni aspetti che oggi sono più che mai fondamentali, come cercare di analizzare il mercato dove si vuole operare, se vi sono concorrenti, cercare di comprendere il target di clientela cui rivolgersi, cercare di “rendere unica” la propria attività e differenziarsi dalla concorrenza.
Altro aspetto è quello di circondarsi di consulenti validi e “certificati”, non isolarsi ma “fare rete” con altri operatori. Il networking è oggi essenziale.
Aprire sì ma strutturati e ben formati.










