Terracina Calcio, azione legale del Comune per recuperare 400mila euro di acqua e luce del Colavolpe

Lo stadio Colavolpe di Terracina

Lo stadio Colavolpe di Terracina è chiuso, abbandonato a se stesso, ma la società che l’aveva in gestione deve al Comune 400,236 euro e 76 centesimi. Venuto meno il rapporto fiduciario con la Terracina Calcio 1925, società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata, l’ente municipale con atto dirigenziale apparso oggi all’albo pretorio dà il via all’azione legale volta all’ottenimento del decreto ingiuntivo per il mancato pagamento della somma anticipata dal Comune a titolo di utenze (energia elettrica e acqua) della stessa società.

Gina Cetrone
Gina Cetrone

L’atto firmato da Gimapiero Negossi, dirigente del Dipartimento Attività produttive, socio-culturali, turistiche e sportive e vistato da Ada Nasti, responsabile del Dipartimento finanziario, è stato subito ripreso da Gina Cetrone, candidato sindaco di “Sì Cambia”, con un lungo intervento volto a sottolineare in rosso le responsabilità politiche degli ex amministratori comunali. “Il forum degli ex amministratori sugli stati generali sullo sport – commenta – non è stato di buon auspicio per il sopraggiungere il giorno dopo la notizia di un buco di oltre 400 mila euro, che l’ex società di calcio che aveva in gestione lo stadio Mario Colavolpe ha procurato alle disastrate finanze del Comune di Terracina”. Cetrone attacca: “Dall’anno 2011, inizio della convenzione e fino al febbraio  2014 quest’andazzo (il mancato pagamento delle bollette, ndr) è stato ignorato: gli uffici comunali, però, il 5 di marzo 2014 emettono una diffida alla società di calcio sollecitandola ad adempiere il pagamento dei debiti contratti con la comunità terracinese: 370.086,84 euro per utenze acqua e 30.176,92 euro per utenze energia elettrica, salvo conguaglio. Ma evidentemente già a marzo del 2014 il grosso del danno era stato compiuto e dopo circa due anni da quella data nessun recupero del credito vantato dal Comune è stato possibile introitare dalla società calcistica, che nel frattempo non si è iscritta al campionato di Eccellenza, dopo la retrocessione dalla Serie D e ha consegnato lo stadio Mario Colavolpe in uno stato che definire pietoso è un eufemismo”. Insomma, per il candidato sindaco “la società di calcio ha lasciato in eredità ai cittadini un debito di 400mila euro mentre gli ex amministratori comunali dormivano”.