Pegni sulle azioni di Acqualatina, il doppio ruolo dell’assessore Magnifico-Magnafico

Fernando Magnafico

Si chiama Fernando Magnafico e dal 2013 siede tra le file della minoranza consiliare del Comune di Lenola. Un veterano della politica locale: dipendente della Provincia di Latina, 52 anni, ha ricoperto per un intero decennio, dal 2003 al 2013, la carica di assessore nello stesso comune collinare. Il suo nome risulta tra i firmatari dell’atto di costituzione di pegno sulle azioni di Acqualatina detenute da dieci municipalità pontine.

L’operazione finanziaria del 2008 è tornata alla ribalta in questo caldo agosto per via delle rimostranze della Depfa Bank, finanziatrice della società pubblica-privata del servizio idrico dell’Ato 4 per un importo di 114.500.000 euro, che a fronte della mancata approvazione del bilancio societario minaccia di esercitare l’azione forzosa sui patrimoni dati a garanzia. Una bomba ad orologeria che rischia di affondare per sempre il sogno, coltivato da una cordata di enti municipali, di ripubblicizzare il servizio idrico integrato. Una guerra per l’acqua pubblica fino all’ultima goccia. La resa dei conti è prevista nella prima settimana di settembre con un doppio appuntamento: la convocazione dei soci di Aqualatina da parte della Depfa Bank, e la successiva assemblea per l’approvazione del bilancio societario.

Il nome di Magnafico spicca in questa vicenda per un errore di battitura. Nell’atto di costituzione di pegno di azioni, per il Comune di Lenola, risulta firmatario Fernando Magnifico, come da noi riportato nella precedente pubblicazione (leggi qui), in qualità di responsabile del servizio Ragioneria. Ma poiché al Comune di Lenola Magnifico non risulta né tra gli attuali dipendenti né tra gli ex dipendenti, siamo stati subito informati del refuso nell’atto di costituzione. Si tratta di Fernando Magnafico – ci spiegano -: all’epoca era assessore alle Finanze. Assessore, non responsabile del servizio Ragioneria: abbiamo subito replicato.

Magnifico/Magnafico in realtà – apprendiamo – nel 2008 ricopriva anche la funzione di responsabile del servizio Ragioneria ed il potere di adottare atti anche di natura tecnica gestionale, in virtù della legge 388/2000 articolo 53, comma 23, successivamente modificato dalla legge 448/2001 che così recita: “Gli enti locali con popolazione inferiore a cinquemila abitanti fatta salva l’ipotesi di cui all’articolo 97, comma 4, lettera d), del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, approvato con decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, che riscontrino e dimostrino la mancanza non rimediabile di figure professionali idonee nell’ambito dei dipendenti, anche al fine di operare un contenimento della spesa, possono adottare disposizioni regolamentari organizzative, se necessario anche in deroga a quanto disposto all’articolo 3, commi 2, 3 e 4, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, e successive modificazioni, e all’articolo , 107 del predetto testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, attribuendo ai componenti dell’organo esecutivo la responsabilità degli uffici e dei servizi ed il potere di adottare atti anche di natura tecnica gestionale. Il contenimento della spesa deve essere documentato ogni anno, con apposita deliberazione, in sede di approvazione del bilancio”.

Dunque, l’assessore che firmò la delibera di giunta per il pegno delle azioni andò lui stesso a sottoscrivere anche l’atto di costituzione, mentre altre giunte delegavano funzionari e dirigenti comunali. L’attuale sindaco di Lenola Andrea Antogiovanni non ha dubbi sulla legittimità della firma di Magnafico apposta sul contratto con la Depha Bank, ma ne ha mille sulla legittimità degli atti di giunta (ad eccezione di Terracina che si mosse con una delibera di Consiglio comunale) che armarono l’intera operazione: “La competenza era dei Consigli comunali”, afferma il primo cittadino. Le azioni in bilico del Comune di Lenola sono 93.525, pari allo 0, 39526% del capitale sociale di Acqualatina. Una goccia nell’oceano, che per il piccolo ente fa la differenza.

Nella sua doppia veste Magnifico/Magnafico si è assunto la responsabilità politica e amministrativa del pegno sulle azioni di Acqualatina. Anche Gianfranco Buttarelli si trova in una posizione scomoda. In qualità di direttore generale del Comune di Cisterna firmò l’atto di pegno sulle azioni in forza di una delibera di giunta. A distanza di otto anni si trova nell’esecutivo del sindaco di Latina Damiano Coletta, impegnato in queste ore a sbrogliare la matassa ingarbugliata anche dal suo stesso assessore.