Discarica di Borgo Montello, più si scava e più emergono misteri: il sequestro ignorato e l’interrogazione inevasa

Walter Tocci, senatore del Pd, e nel riquadro don Cesare Boschin

Nel mentre si scopre che la confisca, eseguita nei giorni scorsi a carico di Giovanni De Pierro, ha riguardato tutte le particelle della discarica di Borgo Montello in uso ad Ecoambiente, compresi i vecchi invasi S0, S1, S2 e S3, e che l’ultima autorizzazione per il conferimento dei rifiuti concessa dalla Regione Lazio nel 2014 aveva avuto luogo quando lo stesso sito era stato già interessato da sequestro preventivo, si infittisce il giallo sull’omicidio di don Cesare Boschin.

Il 20 ottobre scorso abbiamo dato notizia dell’esito di uno step delle ricerche messe in campo dal giornalista scrittore Felice Cipriani volte a fare luce sull’orribile delitto avvenuto a Borgo Montello nella notte tra il 29 e 30 marzo 1995. Già autore del libro-inchiesta “Quello strano delitto di don Cesare”, lo scrittore aveva scoperto che il brutale omicidio rimasto impunito era stato oggetto di un’interrogazione parlamentare presentata da Calogero Piscitello nel corso della XIII Legislatura. L’onorevole si rivolse ai ministri dell’Interno, di Grazia e Giustizia, delle Finanze e dell’Ambiente per chiedere conto delle ragioni della sottovalutazione dell’impegno pastorale di don Boschin contro le presenze mafiose sul territorio e delle iniziative della comunità religiosa di Borgo Montello contro gli alti inquinamenti ambientali e politici determinati dalla discarica.

Cipriani, dopo aver recuperato il testo dell’interrogazione, si è nuovamente rivolto a Piscitello per avere notizie su quelle che erano state le risposte dei ministri dell’epoca. Come è andata a finire? Cipriani ha appreso che nessun ministro aveva risposto all’interrogazione parlamentare, come confermato dal senatore del Partito democratico Walter Tocci che pure si è prestato nella ricerca degli atti: “Ho verificato che l’interrogazione non ha avuto risposta, ed è grave, perché fu presentata all’inizio di legislatura”, ha scritto a Cipriani. “Ho sempre avuto la convinzione – ha commentato lo scrittore – che l’omicidio di Don Cesare non sia stato un incidente di ladri maldestri o drogati. Più si scava e più si riscontra che è stata una cosa più grossa di come l’hanno fatta apparire gli organi inquirenti i mezzi di informazione dell’epoca e la Curia di Latina. Chiederò ai parlamentari se sarà possibile presentare un’ulteriore interrogazione sui motivi della mancata risposta all’interrogazione fatta a ben tre ministri”.