Terracina, Matteo tornerà a casa. Sbloccati i fondi per i macchinari

L'interno degli Ospedali Civili, dove e' ricoverata la bambina Celeste per le cure con le staminali, Brescia 24 agosto 2012. ANSA/FILIPPO VENEZIA

Matteo tornerà a casa dall’1 dicembre. Il bimbo di 11 mesi, malato di Sma 1, Atrofia Muscolare Spinale, una grave malattia genetica degenerativa che gli impedisce di camminare, mangiare e respirare in maniera autonoma, potrà finalmente lasciare l’ospedale ed essere curato nel suo ambiente familiare a Terracina. Grazie all’impegno di azienda speciale, Asl e Regione si è sbloccata infatti la vicenda che aveva indignato l’opinione pubblica e sensibilizzato la politica con l’intervento del consigliere regionale Pino Simeone. Il piccolo era ricoverato da tempo al Bambinn Gesù per le complicanze della sua malattia e contemporaneamente erano state avviate le prescrizioni da inviare alla Asl per poter ottenere aspiratori, saturimetri, nutrizione, ausili medici vari, ventilatori che gli servono per respirare, e 6 ore di assistenza infermieristica.  Macchine complesse che tengono in vita e che la Asl dovrebbe fornire in casa. Ma la Regione aveva bloccato la pratica e la Asl aveva problemi nell’erogare fondi destinati all’assistenza sanitaria. “Siamo pronti per tornare a casa ma non possiamo perché non abbiamo ciò che a Matteo serve per vivere e respirare – aveva detto la madre del bambino”. Una denuncia dolorosa sulla quale si è creata la giusta e doverosa sensibilizzazione e che è arrivata fin sul tavolo del governatore Zingaretti. Secondo quanto si apprende dal distretto della Asl Terracina Fondi la situazione che impediva la fornitura dei presidi è stata sbloccata e dall’1 dicembre Matteo potrà tornare a casa ed essere assistito con gli ausili previsti. Una storia con un lieto fine che non era solo auspicabile ma necessario perché su casi come quello di questo bambino si gioca la dignità e il vero valore di un servizio, quello che può connotare come realmente civile una comunità.