Latina, bando di gara per i rifiuti: ecco il parere dell’Anac

Questa volta a rimescolare le carte sulla futura gestione del servizio di igiene urbana del capoluogo pontino è l’Autorità nazionale anticorruzione. L’ufficio di “Vigilanza centrali di committenza e concessioni di servizi” ha fornito oggi il parere richiesto dal Comune di Latina il 18 ottobre scorso sulla legittimità del bando di gara del servizio rifiuti, sospeso il 5 agosto 2016.

Lo stesso atto è stato trasmesso anche alla ditta Del Prete srl che, in quanto concorrente allo stesso bando, a giugno dello scorso anno aveva presentato all’Anac un esposto ravvisando violazioni al nuovo Codice degli appalti. L’Autorità, presieduta da Raffaele Cantone, ha ritenuto di trattare congiuntamente l’esposto e quesiti formulati dall’ente comunale per ragioni di connessione soggettiva e oggettiva.

L’esito della determinazione dell’ufficio di Vigilanza è il seguente: la formulazione del bando e del disciplinare di gara, oltre che di tutti gli atti ad essa correlati, compete all’esclusiva  discrezionalità della stazione appaltante come anche l’esercizio di attivare il potere di annullamento o di revoca in autotutela, prerogativa dell’amministrazione stessa da esercitarsi entro i parametri di legge e in presenza delle condizioni che ne consentono il ricorso; si deve richiamare l’attenzione del Comune di Latina a valutare la rimodulazione della lex spiacilis al fine di emendare la stessa rimuovendo le criticità evidenziate, affinché proceda – nel rispetto delle procedure previste dall’attuale Codice dei contratti pubblici – ad affidare il servizio con gara europea ad evidenza pubblica. E ancora: il ricorso all’in house providing costituisce “un modulo gestorio dei servizi pubblici in deroga all’approvvigionamento ordinario di beni e servizi” incentrato sulla gara e sul confronto competitivo da svolgere nel rispetto degli equilibri concorrenziali del mercato europeo.

Cosa significa tutto ciò? Tre cose sostanzialmente. La prima: il bando lasciato in eredità dal commissario Giacomo Barbato presenta criticità che vanno rimosse (vista la complessità dell’argomento ci riserviamo di esaminarle in un secondo momento, precisando quali sono i giusti rilievi della ditta Del Prete e del Comune). La seconda: il Comune deve fare la gara europea. La terza: l’in house è una possibilità del tutto residuale che andrebbe in deroga ai principi di salvaguardia degli equilibri concorrenziali del mercato europeo.

E qui giova fare delle precisazioni. L’Anac si è espressa sul bando e non su eventuali altre forme di gestione del servizio rifiuti da attiva a Latina. Il richiamo all’in house scaturisce dall’esame degli atti pubblicati dal Comune nel corso dell’elaborazione del parere che si è concluso nella prima settimana di marzo (infatti non si fa alcun cenno all’ipotesi di azienda speciale deliberata dalla giunta a fine mese scorso). Il superamento del limite imposto dalla legge 175 del 2016 in base al quale “nei cinque anni successivi alla dichiarazione di fallimento di una società a controllo pubblico titolare di affidamenti diretti (il caso della Latina Ambiente), le pubbliche amministrazioni controllanti (quindi il Comune di Latina) non possono costituire nuove società, né acquisire o mantenere partecipazioni in società, qualora le stesse gestiscano i medesimi servizi di quella dichiarata fallita” sarebbe da considerarsi superato proprio con la diversità del servizio da attivare, orientato ad una differenziata spinta. Per essere più chiari il Comune di Latina – in teoria – avrebbe potuto optare, e ancora potrebbe farlo, poiché il servizio da gestire in house con la differenziata sarebbe diverso da quello affidato alla fallita Latina Ambiente. Ma solo in teoria perché, l’Anac – sebbene lascia aperta questa possibilità – di fatto prioritariamente richiama l’attenzione del Comune di Latina a valutare la rimodulazione del bando in parte illegittimo, affinché proceda ad affidare il servizio con gara europea ad evidenza pubblica.

L’Anac (che chiede la pubblicazione dell’atto sul sito istituzionale dell’ente municipale) invita il Comune, e per esso il sindaco, a comunicare entro 30 giorni le iniziative che intende adottare in merito alla gara sospesa, precisando le modalità di una nuova gara ovvero l’adozione di atti a costituire una società in house per la gestione del servizio.

Insomma, quasi una beffa per l’assessore all’Ambiente Roberto Lessio e per la giunta del sindaco Damiano Coletta ora orientati a costituire un’Azienda speciale per i rifiuti con tempi sempre più stringenti vista la scadenza della proroga concessa alla Latina Ambiente, fallita, e in esercizio provvisorio al momento fino al 30 giugno.