Servizio rifiuti a Latina, la delibera su Abc passa a maggioranza… con appena la sufficienza

Quando l’Abc arriva in aula, qualcuno della maggioranza si sfila. Il progetto che segnerà “una svolta epocale per la città di Latina” (come ha detto per primo il consigliere di maggioranza Salvatore Antoci poi seguito dal sindaco Damiano Coletta e da altri esponenti dello stesso gruppo), fortemente voluto da Latina Bene Comune, nel suo voto conclusivo sull’approvazione del contratto di servizio e del capitolato speciale, conta quattro voti in meno di Lbc (assenti Di Trento, Campagna, Cappuccio e Ciolfi) appena sufficienti a mantenere il numero legale. Era già successo in occasione del Consiglio comunale dell’8 agosto scorso quando Lbc approvò gli atti costitutivi dell’azienda speciale indicata per la gestione del servizio di igiene urbana del capoluogo pontino. Si dirà, nell’una e nell’altra circostanza, assenze non politiche. Come non politica non sarà stata l’assenza in giunta proprio dell’assessore all’Ambiente Roberto Lessio in occasione del licenziamento degli atti approvati oggi dal Consiglio comunale. Un caso, una coincidenza. Come una coincidenza forse l’assenza del segretario generale Rosa Iovinella, coordinatrice dell’unità di progetto dell’Abc, sostituita dal segretario generale del Comune di Sabaudia, chiamato a scavalco per l’importante votazione odierna, necessaria all’avvio dell’azienda speciale dal primo gennaio. Ma tant’è e come si dice alla fine conta il risultato: approvata la deliberazione all’ordine del giorno con 17 ok; tre i voti contrari dell’opposizione rimasta in aula, rappresentata da Nicola Calandrini, Alessandro Calvi e Matteo Adinolfi (gli altri, pur esprimendo una posizione contraria hanno lasciato l’aula in anticipo rispetto alla votazione perché come affermato dal consigliere del Pd Massimiliano Carnevale anche votando contro si potrebbe essere perseguibili per il solo mantenimento del numero legale).

Abc apre a uno scenario infernale, anzi no… paradisiaco. Volendo prendere le distanze da entrambi i blocchi di pensiero, che abbiamo sintetizzato con termini danteschi, c’è poco da stare sereni. In mezzo c’è il purgatorio.

In aula si è aperta una voragine all’interno della quale sono finite verità, dubbi, perplessità, mancate risposte, sogni, scelte politiche. E ognuno è libero di prendere quello che vuole. Poi si vedrà.

“Mi sembra di ricordare ‘I gatti di vicolo miracoli’ – ha attaccato Massimiliano Carnevale – in una scena in cui il gatto finiva per sbattere sempre contro lo stesso palo”. Carnevale ha ribadito la giurisprudenza che avrebbe dovuto impedire all’amministrazione comunale di costituire l’azienda speciale dopo un anno dal fallimento della Latina Ambiente e restituire al libero mercato il servizio dei rifiuti. “Il primo che si sveglia e fa ricorso al Tar, fa saltare tutta la baracca”, ha avvertito per l’ennesima volta.

“L’azienda speciale è una svolta epocale che sottrarrà la città da portatori di interessi in contrasto con quelli della comunità”, ha detto invece Salvatore Antoci sottolineando la scelta “coraggiosa” di affidare il servizio dei rifiuti ad un’azienda comunale, dei cittadini che saranno adeguatamente pronti a condividere il progetto grazie a campagne di sensibilizzazione.

Laura Perazzotti, di Lbc, nel suo intervento ha voluto sottolineare l’importanza delle campagne di sensibilizzazione ed ha affermato che a Latina c’è un piccolo esercito già pronto a difendere l’Abc. Sono le scuole della Rete Buona pratica dell’educazione ambientale, i ragazzi, i genitori, i nonni che hanno partecipato alle feste organizzate a tema sul riciclo dei rifiuti. “Siamo pronti”, ha concluso.

A riprendere il filo sul contratto di servizio e sul capitolato speciale è stato il consigliere Nicola Calandrini. In particolare il capogruppo di Fratelli d’Italia, nel ricordare di essere d’accordo sul principio di internalizzare il servizio dei rifiuti, ha messo in evidenza i difetti della deliberazione messa ai voti. Errori macroscopici per Calandrini, come quelli già evidenziati negli atti che la maggioranza ha approvato l’8 agosto scorso. Calandrini ha fatto notare, ad esempio, che nel capitolato speciale sono indicati nel dettaglio i servizi da affidare all’Abc senza un parallelo piano di esercizio. “Quali costi? Quanto personale? Senza queste indicazioni sarà difficile anche effettuare il controllo. Eppoi, altro esempio, all’articolo 10 si fa richiama l’articolo 48. Ma quale 48, forse si voleva scrivere il 46”. L’affondo di Calandrini è stato sulla previsione dell’anticipazione nel primo quadrimestre da parte del Comune dell’80% del canone all’Abc per l’anno 2018. “Qualcuno mi deve spiegare di che cosa si tratta. L’amministrazione prevede forse di approvare il bilancio comunale nei primi mesi dell’anno? Se non fosse così non potrebbe corrispondere all’Abc l’80% perché ci si dovrebbe muovere in dodicesimi. E senza il bilancio non possiamo parlare di canone. Sarebbe un finanziamento…” (qui gli altri passaggi della relazione di Calandrini)

L’intervento di Calandrini è stato intervallato da un lungo contributo del sindaco Damiano Coletta che ha spiegato, su richiesta di Calandrini stesso, cosa si sarebbe aspettato dall’opposizione. “Mi sarei aspettato – ha detto il primo cittadino – il sostegno sul principio del bene comune. Riportare la gestione dei rifiuti ai cittadini a mio avviso è una scelta epocale e anche coraggiosa che sta suscitando interesse a livello nazionale. E invece l’opposizione di questa città ha fatto terrorismo psicologico prospettando scenari apocalittici. Anche lei, Calandrini, nel suo intervento ha detto di aver apprezzato solo l’impegno per i dipendenti della Latina Ambiente e invece avrebbe dovuto sostenere la scelta di dare alla città una gestione che in passato è stata presa d’assalto: la Latina Ambiente è fallita per 30 milioni di debiti mentre ora in fallimento ha avuto un utile di un milione e mezzo”.

Le parole del sindaco hanno stuzzicato il consigliere Alessandro Calvi di FI che ha detto che i numeri vanno citati per intero e non a metà, a cominciare dagli utili in positivo partiti da molto prima della gestione della curatela fallimentare. “E accanto ai debiti ci sono anche i crediti…”. “La scelta di un’azienda speciale è lecita, io non la condivido, ma è rispettabile. Non basta tuttavia dire che l’azienda speciale non può fallire, perché può fallire il progetto e a pagare saranno i cittadini”, ha concluso Calvi anticipando il voto contrario.

Ad alleggerire il clima la consigliera Loretta Isotton: “Io dico finalmente l’Abc”. La consigliera di maggioranza ha incentrato il suo intervento sull’uso delle compostiere e l’importanza della separazione dell’umido.

Matteo Adinolfi, che venti anni fa ha visto nascere la Latina Ambiente, ha ricordato di aver creduto a lungo nell’imprenditoria del Comune, Comune che tuttavia ha fallito e che per questo non avrebbe dovuto avventurarsi in questo progetto impensabile per un privato. “Facciamo un’azienda con i soldi dei cittadini. Anziché pagare dopo 4 mesi, anticipiamo….”, ha commentato l’esponente di Noi con Salvini.

“Ringrazio i colleghi di maggioranza che hanno creduto in questo progetto, agli assessori che hanno tradotto il progetto in atti concreti. Do il mio grande in bocca al lupo al consiglio di amministrazione e mi auguro che i cittadini sappiano cogliere quest’occasione di riscatto, come è accaduto a Salerno quando si è deciso di uscire dal degrado puntando alla circolarità del rifiuto”, ha concluso il capogruppo di Lbc Dario Bellini. Poi la votazione. Il consigliere Calandrini ha depositato agli atti una sua relazione sugli errori contenuti nel contratto di servizio e nel capitolato speciale.

La seduta si era aperta con la relazione dell’assessore Lessio sulla proposta di delibera all’ordine del giorno e con un breve intervento del presidente del consiglio di amministrazione dell’Abc Demetrio De Stefano.