Aprilia, chiesto rinvio a giudizio per Terra. Il sindaco non si dimette, l’appello di Porcelli alla maggioranza: “Mandatelo via”

Antonio Terra e Carmen Porcelli

Nonostante la richiesta di rinvio a giudizio per il caso delle spese legali gonfiate, il sindaco di Aprilia Antonio Terra non si dimette più. Forte dell’appoggio della sua coalizione civica, consapevole forse della difficoltà di trovare un nome spendibile che sia anche ben accolto da tutte le componenti, Antonio Terra – che già in occasione della conferenza stampa di fine anno aveva affermato di non volersi dimettere a meno che non fosse stata la sua maggioranza a chiederlo – si prepara ad affrontare la prossima campagna elettorale con una richiesta di rinvio a giudizio sulle spalle. Il PM Giuseppde Miliano infatti ha chiesto il rinvio a giudizio per Antonio Terra, Cataldo Cosentino, Rino Savini e per l’avvocato di fiducia Antonio Martini e il 18 luglio davanti al gup si discuterà  l’udienza preliminare. L’accusa di cui dovranno rispondere è quella di falso ideologico e truffa aggravata, per aver gonfiato le spese legali dopo essere stati assolti dalla Corte dei Conti dall’accusa di danno erariale per il caso “assunzioni facili”. Dei soldi chiesti al Comune di Aprilia quale rimboso per aver pagato la parcella dell’avvocato Antonio Martini, solo una parte sarebbe stata utilizzata per pagare l’avvocato del foro romano, come risulterebbe dalla certificazione acquisita dagli investigatori. I tre avrebbero chiesto un rimborso per un totale complessivo di 63 mila euro, mentre la sentenza della Corte dei Conti aveva fissato il limite massimo del rimborso a 8 mila euro in ragione della difesa comune per 6 amministratori della giunta Meddi coinvolti nel caso delle assunzioni senza concorso. Solo tre di loro – i tre per i quali è stato ora richiesto il rinvio a giudizio – avevano chiesto al Comune di rimborsare quelle somme, ritenute eccessive dal PM.
L’APPELLO DI CARMEN PORCELLI L’indagine sul caso dei rimborsi gonfiati è partita a seguito di un esposto presentato in procura dal consigliere di Primavera Apriliana Carmen Porcelli. I suoi appelli, rimasti inascoltati, hanno invece avuto seguito dopo l’indagine portata avanti dalla POlizia di Stato. Oggi la consigliera di opposizione lancia alla maggioranza un appello forte e chiaro: se il sindaco non è disposto a dimettersi, siano le sue stesse liste a mandarlo a casa.
“Sarebbe opportuno- spiega la consigliera Carmen Porcelli – che il sindaco Terra compisse un atto di generosità nei confronti di Aprilia facendo un passo indietro. Aveva detto, quando fu indagato dalla procura di Latina, che non avrebbe affrontato una campagna elettorale con la richiesta di un rinvio a giudizio; evidentemente ha cambiato idea perché forse è facile riempirsi la bocca di termini come garantismo quando non sono gli altri ad essere sottoposti a giudizio.  Rivolgo allora l’appello alle forze politiche che lo sostengono: all’indomani di quella indagine i suoi alleati non firmarono un documento di solidarietà. Ecco forse il caso vorrebbe, se non è in grado il sindaco, che lo facessero loro un passo di lato. Ho sempre evidenziato la stranezza di quei rimborsi, ma l’arroganza – come spesso accade quando si contestano gli atti di questa maggioranza, ha prevalso e con il mio esposto la magistratura è intervenuta. Se Terra venisse rieletto e il 18 luglio rinviato a giudizio dovrebbe affrontare un processo e la città rimarrebbe senza un sindaco, in forza dell’applicazione della legge Severino. In un momento in cui la città è stordita da fatti di cronaca, come quelli che hanno svelato in questi giorni presunti collegamenti tra professionisti e malaffare, arriva un segnale negativo da parte delle istituzioni. Non è compito della politica dare la caccia ai colpevoli, ecco perché poi emerge l’ipocrisia dei garantisti della ultima ora, la politica è un’ altra cosa e chi si professava per la buona amministrazione oggi dovrebbe fare ammenda del proprio fallimento”.
“Questa vicenda – conclude Porcelli-  è una battaglia sulla quale ci ho messo la faccia, che mi ha messo di fronte a prove molto dure, compresa quella di dover fronteggiare i miei detrattattori  ma anche i tanti sciacalli che da questa vicenda speravano di poter spespeculare. Queste cose non si fanno se non si possiede passione e coraggio. Per questo, ripeto- conclude il candidato sindaco Carmen Porcelli – chi vuol parlare con me deve avere come faro guida la trasparenza e la legalità. Tutti gli altri possono ritenersi autoesclusi”.