Il Gup del Tribunale di Latina Pierpaolo Bortone ha rinviato la decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio per il sindaco Antonio Terra, per gli ex amministratori Rino Savini, Cataldo Cosentino e per l’avvocato del foro romano Antonio Martini. Quest’ultimo infatti, che aveva chiesto di poter essere ascoltato, non ha potuto presenziare questa mattina in aula per un legittimo impedimento legato a motivi di lavoro.
Tutto rinviato all’8 ottobre: salvo sorprese in quella data si deciderà se il sindaco di Aprilia verrà rinviato a giudizio sul caso dei rimborsi facili per le spese legali.
La vicenda, del quale la Polizia di Latina si è interessata dopo l’esposto in procura presentato dalla ex consigliera di Primavera Apriliana Carmen Porcelli, è legata alle richieste di rimborso per le spese legali presentate dagli ex amministratori – tra i quali il sindaco Antonio Terra – difesi dall’avvocato Martini in relazione al caso delle promozioni dei dipendenti senza concorso avvenute sotto la giunta Meddi. Chiamata a valutare l’ipotesi di danno erariale, nel 2012 la Corte dei Conti scagionò gli ex amministratori coinvolti e stabilì per Martini un rimborso di circa 8 mila euro per aver difeso sei degli ex assessori coinvolti. Tre di loro, Terra, Savini e Cosentino, nel 2014 chiesero al Comune il rimborso delle spese legali per un importo complessivo di oltre 60 mila euro.
Non è questo però l’aspetto preso in considerazione dalla Procura di Latina e che ha portato il PM Miliano a ipotizzare i reati di truffa e falso ideologico a carico dei quattro, bensì l’incongruenza tra le fatture depositate al Comune per la richiesta di rimborso e le somme effettivamente versate all’avvocato Martini. L’ingiusto profitto, stando ai sequestri disposti dal tribunale del riesame – che ha ridotto l’ammontare degli importi sequestrati – ammonterebbe a 2850 euro nel caso del sindaco Terra, 2500 per Rino Savini e circa 50 euro nel caso di Cosentino. L’8 ottobre si deciderà se i quattro andranno a processo.
La decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio slitta dunque all’8 ottobre, tuttavia proprio la ragione del rinvio – dovuto all’impedimento di uno degli indagati – interrompe i termini della prescrizione.