Endometriosi, malattia multifattoriale e ancora poco conosciuta. La formazione di Ape, a Roma il corso per psicologi, psicoterapeuti e psichiatri

Si è concluso oggi a Roma, presso il Rouge et Noir Hotel, una due giorni di formazione gratuita per le modalità di intervento nei casi di endometriosi. L’iniziativa, organizzata dall’Ape onlus (Associazione progetto Endometriosi) è stata rivolta a 40 tra psicologi, psicoterapeuti e psichiatri. Dopo il corso di formazione per gli ecografisti e i ginecologi, organizzato lo scorso novembre, che ha visto tra i partecipanti due dottoresse di Latina, il seminario formativo ha riguardato la sfera emotiva della malattia nemica numero uno delle donne, tanto diffusa quanto ancora poco conosciuta, così devastante, subdola, cronica e spesso invalidante. Una malattia contro la quale c’è solo una possibilità di vittoria: fare formazione e informazione per creare consapevolezza e migliorare la qualità della vita di 3 milioni di donne in Italia e 150 milioni nel mondo.

L’Ape onlus, formata da un gruppo di donne malate, si basa sul reciproco sostegno e conforto ed è la prima associazione italiana per l’endometriosi a occuparsi di formazione del personale medico, grazie alla collaborazione di dottori specializzati nella patologia, che si adoperano come volontari per la stessa. Il corso di questo fine settimana è stato rivolto a psicologi, psicoterapeuti e psichiatri, perché per quanto la patologia dell’endometriosi sia di natura strettamente organica, gli impatti emotivi che accompagnano la donna che ne è affetta sono molteplici, con ripercussioni importanti in diversi ambiti.

Il supporto alle donne che richiedono un sostegno in una fase delicata della propria vita deve pervenire dagli specialisti e presuppone una conoscenza dell’endometriosi come patologia multifattoriale e gli eventuali disagi fisici e psicologici che essa concerne” sostiene Annalisa Frassineti, presidente dell’Ape onlus, che a 20 anni si è trovata sola a lottare contro tutti per avere una diagnosi, ha versato molte lacrime, è stata sottoposta a visite e interventi traumatici e ha dovuto tirar fuori tanta grinta per non perdere la fiducia in se stessa. Come lei tante donne devono aspettare dagli 8 ai 12 anni per dare un nome ai loro dolori e in questo lasso di tempo si sentono smarrite, con l’autostima sottozero e i rapporti sociali, la vita di coppia e il lavoro messi a dura prova. “Tanto stanno tutte male durante le mestruazioni” si sentono dire e quando i dolori cominciano a intensificarsi, non riescono più a sopportare l’idea che questo sia normale e possa dipendere da un problema psicologico. L’endometriosi può occludere le tube, creare aderenze, distorcere gli organi riproduttivi; provocare dolori forti durante il ciclo e l’ovulazione, dolori durante o dopo i rapporti sessuali, dolore pelvico cronico, cistiti ricorrenti, perdite intermestruali e colon irritabile.

Il corso, dal titolo  Impatto psicologico e sociale dell’Endometriosi: modalità di intervento, è stato organizzato grazie alle donazioni del 5X1000 e alle sostenitrici, ma soprattutto grazie alla partecipazione delle professioniste che collaborano da anni come medici volontari dell’Ape: professoressa Donatella Caserta, le dottoresse Caterina Bruni, Tatiana De Santis, Federica Facchin, Micaela Fusi, Marta Giuliani, Laura Letizia, Daniela Mauro e Rossella Ardenti.

Il nostro obiettivo –  afferma Annalisa  – è quello di aumentare il personale sanitario che decida di occuparsi consapevolmente e adeguatamente dell’endometriosi, attraverso professionisti in grado di fornire una diagnosi precisa e accurata e battere sul tempo i possibili danni che la malattia può causare, garantendo una buona qualità di vita alle donne. www.apeonlus.it