Abc Latina e tensioni in aula, il caso politico di una maggioranza in crisi

Il Comune di Latina

Abc Latina, accesso agli atti, regolamento dell’Avvocatura e pareri legali: tensioni in Consiglio comunale e in commissione. Tutto sembra rientrare in un caso politico che annaspa nell’incognita di una crisi strisciante all’interno della maggioranza del sindaco Damiano Coletta.

Si va avanti in Consiglio comunale con l’opzione della seconda convocazione, metodo nei primi due anni ripudiato da Latina bene comunale. Giovedì scorso al momento dell’approvazione del regolamento “bavaglio”, sul diritto dei consiglieri comunali all’accesso agli atti, due esponenti di maggioranza erano casualmente fuori dall’aula. Cosa accadrebbe se l’amministrazione fosse costretta a riportare all’esame dell’assise civica gli atti costitutivi dell’azienda speciale? Dopo l’uscita dei tre ribelli da Lbc e qualcun altro “incontrollabile”, tornare in aula con il fardello dell’Abc potrebbe essere rischioso per la tenuta della maggioranza.

La consigliera dem Nicoletta Zuliani, nel mese di aprile scorso, ha chiesto copia del parere legale dell’Avvocatura comunale relativo alla sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato il ritiro della gara del servizio rifiuti, ma non le è stato dato perché a palazzo hanno spiegato che gli scritti defensionali dell’Avvocatura vengono secretati per ragioni di sicurezza, per la segretezza della strategia difensive. Ieri mattina in commissione Trasparenza, il pandemonio. Il vice sindaco Paola Briganti ha diffidato la commissione, cerando di impedire l’audizione dell’avvocato Paolo Cavalcanti sull’argomento, per le stesse ragioni con le quali l’ufficio di gabinetto aveva differito l’ostensione del documento richiesto dalla consigliere del Pd.

Ma la domanda sorge spontanea. Perché mettere il bavaglio, in nome della sicurezza e della riservatezza, solo all’Avvocatura del Comune e non anche agli avvocati incaricati dall’Abc, azienda comunale, sulla stessa barca dell’ente municipale nel contenzioso con De Vizia Transfer? Il sindaco, l’8 aprile scorso, ha letto in Consiglio comunale il parere degli avvocati Bruno De Maria e Giovanni Malinconico. Perché il loro parere poteva essere divulgato e quello dell’Avvocatura comunale no? Perché i pareri erano diversi e l’amministrazione comunale aveva deciso di sposare quello che indicava la via più semplice, esterna al Consiglio comunale, per eseguire la sentenza del Consiglio di Stato?

L’11 aprile 2019, tre giorni dopo l’assise civica, la novità della modifica del regolamento dell’Avvocatura approvato nel 2010 dal commissario straordinario dell’ente Guido Nardone. La bozza licenziata dalla giunta minava alle fondamenta il servizio dell’Avvocatura, sdoganando il ricorso agli incarichi legali esterni. E non solo. Metteva a rischio l’autonomia e l’indipendenza degli avvocati comunali, tanto che il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Latina ha preso una durissima posizione, facendo quadrato attorno ai colleghi del Comune. Giovedì 16 maggio la giunta ha apportato le modifiche richieste dall’Ordine forense. Modifiche condivise, ha sottolineato il sindaco. E meno male! Perché ieri mattina in commissione Trasparenza, nonostante la recuperata autonomia e indipendenza dell’Avvocatura, il vice sindaco ha tentato, con molta determinazione, di impedire l’audizione dell’avvocato Cavalcanti.

Alla fine, l’avvocato Cavalcanti ha parlato e spiegato ai commissari l’essenza della sentenza del Consiglio di Stato: annulla il ritiro della gara e restituisce al Comune di Latina il potere di ri-determinazione con precisi obblighi conformativi. Il base al parere degli avvocati di Abc, così come letto in aula dal sindaco, la sentenza riguarda il solo atto annullato, ovvero la determina dirigenziale con la quale è stata annullata la gara dei rifiuti. Il sindaco precisò che l’ufficio competente avrebbe quindi provveduto ad annullare nuovamente la gara.

Ma intanto la De Vizia non ha mollato; il 15 aprile è tornata alla carica con un ricorso per revocazione con richiesta di sospensione degli effetti della sentenza, lamentandone l’illegittimità nella parte in cui il giudicante non ha dichiarato anche l’illegittimità della delibera di Consiglio comunale con la quale due anni fa è stata costituita l’Abc.

Mentre sul fronte dell’azienda speciale, dopo la festa per l’apertura dell’isola ecologica di via Massaro (per la quale a detta del dirigente del Servizio Ambiente serve un’appendice contrattuale) e 23 multe da 300 euro ciascuna è tornato il silenzio su piano industriale, mutuo e l’estensione del porta a porta.