Café Society, una delicata storia d’amore nella frizzante Hollywood anni ’30

Reduce dai poco convincenti Magic in the Moonlight e Irrational Man, Woody Allen porta in sala un nuovo film, trasportandoci stavolta nella Hollywood degli anni ’30, per raccontarci una storia d’amore e di formazione ambientata nel contesto della Café Society, che dà il titolo al film.

Il film segue le vicende di Bobby Dorfman (Jesse Eisenberg), che trasferitosi ad Hollywood in cerca di una strada per il suo futuro, finirà con l’essere travolto dalla frizzante vita dei locali notturni dell’alta società. Qui, lavorando presso suo zio Phil (Steve Carell) conoscerà la bella Veronica Sybil (Kristen Stewart), di cui si innamorerà perdutamente.

Allen rielabora nuovamente temi e situazioni familiari nel suo cinema, riuscendo qui a donare maggior spessore alla narrazione e ai personaggi di quanto fatto con i suoi recenti lavori. La narrazione procede scorrevole e leggera, con una sceneggiatura asciutta e coerente a cui si unisce una regia altrettanto sobria ma incisiva, con movimenti di macchina eleganti e inquadrature incantevoli ed ammalianti, con primi piani silenziosi eppure estremamente eloquenti. A tal proposito la fotografia del premio Oscar Vittorio Storaro si afferma come uno degli elementi più attraenti del film, che giocando con colori dorati e caldi riesce a creare dei veri e propri quadri dal forte impatto visivo ed emotivo. Gli sgargianti costumi e la colonna sonora ricca di melodie jazz contribuiscono perfettamente nel trasportare lo spettatore nei frizzanti anni ’30 e nel loro star system sfarzoso, nella cafè society di cui ci vengono presentati, grazie ad una voce fuori campo, i personaggi più illustri: da celebri divi del cinema a ricchi uomini d’affari, da malavitosi a sognatori in cerca della loro fetta di successo. La vita è per Allen materia da studiare e reinterpretare continuamente, e attraverso una serie di brillanti e taglienti dialoghi, in cui come al solito ritroviamo il pensiero dell’autore, riusciamo ad essere coinvolti dai molteplici personaggi che sfilano davanti ai nostri occhi, lasciandoci ammaliare dalle loro motivazioni, dai loro conflitti o dagli eventi che li portano ad una concreta maturazione. Bravissimi a tal proposito Jesse Eisenberg e Kristen Stewart, ben calati nei loro ruoli ed estremamente belli, come divi della Hollywood classica. Entrambi lavorano su caratteri diversi, mettendone in scena pregi e vizi, lavorando tanto sulla fisicità quanto sui silenzi, i quali spessi raccontano molto più delle parole. I loro sguardi profondi e riflessivi fanno breccia nel cuore dello spettatore, portandolo ad immedesimarsi con loro e ad emozionarsi per loro. Bravo anche Steve Carell, ormai sempre più lanciato verso ruoli di spessore, il quale riesce a dare un buon ritratto dell’uomo immerso nello star system, con tutte le sue contraddizioni.

I toni del film sono leggeri ma mai superficiali. Lo spettatore si troverà più volte a sorridere o a ridere per i tempi comici della sceneggiatura o per l’intrecciarsi delle situazioni, ma verrà condotto lentamente faccia a faccia con il malinconico tema dell’impotenza dell’uomo dinanzi al proprio destino, dell’accettazione delle scelte che si prendono e delle strade che scegliamo di percorrere, dei rimpianti per le cose perse e dei conseguenti dubbi che si manifestano da queste mancanze. “I sogni sono solo sogni” verrà ripetuto dal protagonista, che si dovrà scontrare con la realtà e la sua inevitabilità. Un bellissimo finale, realistico e coerente con il resto del film, chiuderà uno dei migliori lavori recenti di Allen. Café Society si afferma così come una brillante commedia intrisa di dolcissima nostalgia e malinconia, capace di prendere spunto dalle più riuscite commedie del cinema classico. Una gioia per i suoi fan, che hanno qui l’occasione di ritrovare l’autore alle prese con una pellicola riuscita e ricca di puro buon cinema per gli occhi e il cuore.

Café Society, diretto da Woody Allen con Jesse Eisenberg, Kristen Stewart e Steve Carell, è in sala dal 29 settembre nei cinema di Latina (Oxer) e Formia (Del Mare Multisala).