Logan, un crepuscolare e malinconico capitolo conclusivo sul più celebre degli X-Men

A diciassette anni dal primo film sugli X-Men, Logan, alias Wolverine, torna a calcare la scena per l’ultima volta. Liberamente ispirato al fumetto Old Man Logan, il film si presenta con uno stile notevolmente differente rispetto agli altri film della saga, concentrando l’interesse quasi esclusivamente sul suo protagonista, interpretato come sempre da un intenso Hugh Jackman.

Siamo nel 2029, i mutanti sono estinti, o quasi. Logan (Hugh Jackman), invecchiato e scoraggiato, racimola qualche soldo come autista, con i quali compra medicine per il suo vecchio amico Charles Xavier (Patrick Stewart), invecchiato a sua volta e afflitto da crisi epilettiche. Quando improvvisamente una donna lo rintraccerà per chiedergli di scortare una ragazzina al sicuro oltre il confine, Logan si troverà a dover sfoderare nuovamente gli artigli e compiere il suo destino.

Disilluso, stanco, dolorante, nervoso come sempre e con un fin troppo evidente decadimento fisico, Logan si aggira per un mondo che sembra cambiato e decaduto troppo velocemente. Sin dai primi minuti del film ci rendiamo conto di trovarci davanti ad un opera più matura rispetto ai tanti cinecomic che si vedono in sala. Logan è un film adulto, che si concentra più sull’uomo e i suoi demoni che non sul celebre mutante/supereroe. Il supereroe è qui reso umano dalla disillusione, dalla vecchiaia. E qui sta il grande pregio della pellicola di James Mangold, nel seguire le orme di film come Il Cavaliere Oscuro e Watchmen, concentrandosi sull’aspetto umano del personaggio, scavando nella sua psicologia e nella sua storia per portare alla luce elementi della sua personalità fino ad ora inesplorati. Con uno stile narrativo e visivo tutt’altro che vivace ed ironico, tipico della Marvel, Logan si afferma per le sue venature dark, i suoi colori cupi e crepuscolari, perfettamente in sintonia con il personaggio. Nonostante qualche pecca di sceneggiatura, che segue comunque il tipico susseguirsi degli eventi, la regia di Mangold si fa invece apprezzare per la messa in scena, ed è attenta nel gestire bene i vari punti di vista, nel caratterizzare i personaggi e gli eventi grazie ad una grande cura del dettaglio. Le numerose scene di battaglia si svelano in tutta la loro cruda natura, confermando che Logan non è un film per tutti. C’è un gusto quasi maniacale per la violenza, il dolore ed il sangue, e ciò è perfetto specchio dell’atmosfera funerea che domina l’epoca brutale e arida in cui i protagonisti si muovono.

Hugh Jackman dona per l’ultima volta anima e corpo al personaggio che lo ha reso celebre. Calato perfettamente in questa nuova evoluzione di Logan, Jackman gli conferisce un’intensità invidiabile, e riesce a rendere perfettamente la profondità d’animo di un personaggio che evidentemente conosce alla perfezione. A lui si affiancano un malinconico Patrick Stewart nei panni del celebre Charles Xavier, anche lui alla fine del suo arco narrativo ed in grado di regalare continue emozioni con un ruolo che lo porta ad essere di congiunzione tra glorioso passato e tetro presente degli X-Men. La giovanissima Dafne Keen, al suo debutto cinematografico, si fa invece apprezzare per la grande forza che infonde al personaggio di Laura Kinney, che nelle sue mani risulta molto convincente e a cui, come Logan, ci si affeziona presto.

Logan è figlio di un’idea diversa di cinecomic, molto lontana dagli altri film del genere e per questo estremamente attraente. Nel trattare in modo realistico e umano il personaggio e la sua storia, affronta una varietà di temi come la diversità, il rapporto pseudo-genitoriale, la vecchiaia e la morte, che non si ritrovano frequentemente nei cinecomic. Presentandosi con queste premesse, il film soddisfa e convince, tiene alto l’interesse e la tensione dall’inizio alla fine e coinvolge lo spettatore nelle gesta di un personaggio ormai iconico che ha imparato ad amare profondamente, e che ritrova qui in tutta la sua completezza per l’ultima, accattivante volta.

Logan, diretto da James Mangold con Hugh Jackman, Patrick Stewart e Dafne Keen, è in sala dal 1 marzo nei cinema di Latina (Supercinema, Oxer), Aprilia (Multiplex Village Cinemas), Fondi (Super Cinema Castello), Formia (Del Mare multisala) e Terracina (Rio Multisala).