Ieri sera alle 22, presso la sala numero 2 del Supercinema in Corso della Repubblica, il regista Michele Placido ha incontrato il pubblico per presentare il suo nuovo film, 7 minuti, in sala dal 3 novembre. Accolto da una grande folla, Placido ha esordito ringraziando immensamente la città di Latina e i suoi abitanti per la grande disponibilità e familiarità offerta nei confronti della lavorazione del film, sottolineando come non sempre abbia trovato un’accoglienza così piacevole, e affermando che tornare a Latina è per lui come tornare a casa, merito soprattutto della cordiale gente del luogo.
La pellicola, ha continuato poi Placido, è stata già presentata con successo alla Festa del Cinema di Roma ed è attualmente in programma nei Festival di Tokyo e di Londra, avendo poi dalla sua anche una distribuzione in Francia e in Svizzera. “Questa è una storia che riguarda tutta l’Europa” commenta Placido, a dimostrazione della grande attenzione dei paesi europei nei confronti del tema del lavoro e in particolar modo della condizione sul lavoro delle donne, a cui si lega una storia di umanità, di “donne combattenti”.
Placido presenta poi l’attrice Cristiana Capotondi, una delle protagoniste del film, anche lei presente ieri sera per la promozione del lungometraggio. La Capotondi si dice entusiasta dell’esperienza fatta sul set, descrivendo il film di Placido come uno dei suoi più caldi, emozionanti ed attuali. “Un pugno nello stomaco necessario”, afferma. Invita poi a parlare in maniera spudorata del film con amici e parenti, trovando il tempo di discuterne e riflettere sugli importanti temi messi in gioco.
La parola torna poi a Placido, il quale ci tiene a ringraziare alcuni sponsor, uno su tutti l’industria Duplo, azienda familiare che ha messo a disposizione la fabbrica ed il personale per le riprese del film. Il regista ringrazia il padrone dello stabilimento per aver capito l’importanza del film e la problematica e l’attualità delle tematiche trattate.
Placido ringrazia infine la Latina Film Commission e il suo direttore Rino Piccolo per la grande disponibilità dimostrata nei confronti della produzione, permettendone la favorevole ambientazione. Rino Piccolo ci tiene a precisare che anche Latina, grazie alla sua bellezza paesaggistica e ai suoi centri di interesse storico, può diventare una perla del cinema, imponendosi sempre più come una finestra sulla cultura. Egli ringrazia Placido per aver scommesso su Latina e aver contribuito all’arricchimento della città e della provincia. Placido conclude augurandosi di poter portare avanti altri progetti con la Latina Film Commission e l’intera città, pensando soprattutto ai ragazzi che vogliono intraprendere la strada del teatro e del cinema.
7 Minuti, tratto da una storia vera e dall’omonimo testo teatrale di Stefano Massini, qui anche in veste di sceneggiatore insieme a Placido stesso, risulta essere davvero un film necessario, ricco di talmente tanti temi e spunti di riflessione che sarebbe difficile elencarli tutti. L’opera colpisce lo spettatore con la sua cruda e realistica rappresentazione dei fatti, con la sua narrazione semplice ma sempre efficace e grazie anche ad undici straordinarie attrici su cui spiccano le meravigliose Ottavia Piccolo, Violante Placido, Cristiana Capotondi, Ambra Angiolini e Fiorella Mannoia. Attrici vere in grado di farsi carico di personaggi complessi, profondi e di trasmettere al meglio le loro convinzioni, le loro emozioni e le loro motivazioni, contribuendo così ad un tono del film sempre alto ed elettrico, grazie anche agli straordinari dialoghi che più volte regalano duri colpi di attualità e quotidianità. Il tema principale, del lavoro e delle sue condizioni, è trattato con estrema autenticità, tanto da risultare di fortissimo impatto per chi guarda. Quei 7 minuti del titolo diventano oggetto di riflessione costante su ciò che possono significare davvero, sul valore effettivo che il tempo ha sul lavoro e su chi lo compie. Quello di Placido è un ritratto lucido, spietato e assolutamente necessario per una presa di coscienza generale verso temi e situazioni che troppo spesso vengono trattati con estrema superficialità e sbrigatività. Il film invita a riflettere approfonditamente, a non lasciare mai nulla di ciò che ci riguarda in mano ad altri e a conservare sempre con noi la speranza, che davvero deve essere l’ultima a morire.