Latina, una folla al liceo per il Bene Comune : “Iniziano a temerci”

Damiano Coletta durante la campagna elettorale dello scorso anno

L’aula magna del Grassi piena fino a scoppiare, un colpo d’occhio che in un attimo ha fatto dimenticare i vari raduni con li big della politica nazionale o le presentazioni all’Hotel Victoria. E’ stato un lunghissimo pomeriggio quello che ha visto, ieri, la presentazione del programma di Latina Bene Comune, la lista che nasce dal civismo puro (e dall’esperienza dell’associazione Rinascita Civile) e che proporrà come candidato sindaco Damiano Coletta. Un appuntamento servito a presentare i progetti che la formazione intenderà realizzare qualora riuscisse nell’impresa: scalzare i partiti e insediarsi al governo della città. Un programma che punta tantissimo sulla sostenibilità ambientale, sulla vivibilità, su percorsi virtuosi e sul rispetto per le cose e per le persone, ma che talvolta appare come un elenco di sogni irrealizzabili. “Si può fare”, invece, hanno ripetuto spesso dal palco gli esperti di settore via via chiamati a illustrare i dettagli dei vari punti programmatici. Un happening durato tre ore, al termine del quale, dopo anche alcuni momenti musciali di grande suggestione, è salito sul palco Damiano Coletta. “Noi cittadini – ha detto – abbiamo delegato troppo. O meglio, abbiamo dato deleghe a persone che hanno mostrato di non meritarle. La nostra indifferenza o, peggio, la nostra rassegnazione ha consentito che si determinasse una enorme distanza tra i cittadini e chi ha amministrato la città in questi ultimi 15 anni, determinando la situazione di degrado sotto gli occhi di tutti. Abbiamo delegato senza mai controllare e senza chiedere alcun rendiconto periodico dell’operato. Di questo degrado quindi, siamo complici anche noi (e mi ci metto anche io) e ne stiamo pagando il conto. Ora gli stessi che ci hanno portato in questa situazione hanno il coraggio di ripresentarsi, e non si tratta di casi di omonimia. Io come cittadino mi sento offeso perché, in un Paese normale, se si sbaglia e si persevera nell’errore, si chiede scusa, ci si fa da parte e non ci si ripresenta mostrando i muscoli come se nulla fosse”.

“Bisogna ripartire dalle buone persone, dai contenuti e dal metodo. Dalle persone: la loro credibilità, la loro passione, le loro motivazioni e la loro competenza. La loro estraneità al sistema politico che ha fallito. Il programma è basato regole e trasparenza, punta alla tutela dell’ambiente attraverso un’economia circolare, la possibilità di sviluppo occupazionale per i più giovani e l’attenzione a chi vive il disagio, per avere finalmente una identità. Perché è necessario in questo momento storico passare dalla protesta alla proposta. È necessaria una nuova bonifica di questa città. Infine il metodo: partecipazione, condivisione, passione e competenza, finalizzate all’obiettivo del Bene Comune”.

 

Poi il passaggio sulle criticità. “Iniziano a temerci. Ci tacciano di inesperienza e di scarsa conoscenza della cosa pubblica. Io faccio il cardiologo e non posso e non devo avere tutte le competenze che servono per amministrare. Il sindaco è come l’allenatore. L’allenatore non deve saper giocare tutti i ruoli ma deve saper mettere le persone giuste al posto giusto, perché non c’è cosa peggiore che mettere la persona sbagliata al posto sbagliato, e lo abbiamo imparato a nostre speseQualcuno ha pensato che non eravamo una realtà che fosse in grado di potersela giocare. I fatti, giorno dopo giorno, ci stanno dimostrando il contrario. La voglia di tornare a essere una città normale, in cui siano date pari opportunità a tutti, in cui si rispettino il decoro della città e l’ambiente, in cui sia dato ampio respiro all’enorme fermento culturale che viene dalla strada, in cui un diritto non sia fatto passare per un favore. Abbiamo bisogno di questa normalità. Questa è un’occasione storica , grandissima”.