Il Comune di Latina è stato ammesso come parte civile al processo per le intimidazioni relative alla gestione del primo chiosco sul tratto B del lungomare pontino. Una richiesta presentata solamente oggi dall’Ente, che era stato assente nell’udienza preliminare di qualche mese fa. Nessuno forse si sarebbe aspettato questa decisione, e invece il collegio penale del Tribunale di Latina presieduto dal giudice Gianluca Soana, si è pronunciato questa mattina accogliendo la richiesta presentata dal legale dell’amministrazione.
“Il Comune di Latina – spiega il sindaco Celentano, presente all’udienza – è ufficialmente parte civile al processo in corso. Mi ritengo soddisfatta dell’accoglimento della richiesta presentata dall’avvocato Alessandra Capozzi, incaricata dalla giunta su mio espresso indirizzo. L’avvocato Capozzi, dell’Avvocatura comunale, ha ribadito che il Comune di Latina, pur essendo parte offesa, non aveva ricevuto notifica dell’udienza preliminare e per questo è stata ritenuta legittima la costituzione di parte civile all’apertura del dibattimento. Non è mai mancata la volontà da parte mia e di tutta l’amministrazione comunale di tutelare l’immagine del Comune di Latina e dell’intera città”.
Ora la prossima udienza è fissata al 9 luglio, con il dibattimento pronto ad entrare nel vivo. Al centro dell’inchiesta è finita la famiglia Zof, che per anni aveva gestito quello che da tutti era conosciuto come il “Topo Beach”, con Maurizio e i figli Alessandro e Fabio accusati di turbata libertà degli incanti con l’aggravante del metodo mafioso. A loro sono contestati gravi atti intimidatori che avrebbero pesantemente inciso sull’assegnazione del chiosco dal 2016 al 2020.









