Economia
di Ivan Simeone
La Regione Lazio pone in essere importanti interventi, finalizzati al sostegno di imprese, attività commerciali ed artigiane ed è un bene per rafforzare l’economia del nostro territorio. Molti gli interventi ed i bandi che vengono proposti, come molti sono gli strumenti che vengono messi a disposizione delle nuove imprese e start up che spesso neanche si conoscono appieno.
Tutto il mondo dell’accesso al credito ha un grande “paletto” cui bisogna confrontarsi ed è la situazione delle “Centrali Rischi”.
Oggi molte piccolissime attività si trovano, loro malgrado, “segnalate” per qualche sconfinamento o ritardi di pagamenti; spesso causati da un eccessivo indebitamento che si portano avanti dall’emergenza sanitaria del COVID che ha visto il fermo di moltissime attività, nonché da una situazione di “appesantimento finanziario” dovuto agli eccessivi costi di gestione che gravano sulle spalle delle micro attività, in particolare del piccolo commercio.
Cosa fare e come potersi muovere?
Il Titolare di una Attività, per prima cosa deve verificare periodicamente la propria situazione in CR, richiedendo una Visura alla Banca d’Italia; si fa tranquillamente via web, per trovare subito un rimedio se si evidenzia una qualche incongruità. È importante che tutto sia sempre trasparente e lineare.
Oggi le Istituzioni locali mettono in campo diversi strumenti come Voucher finalizzati a vari interventi ed acquisti, bandi con finanziamenti a tassi agevolati e con un minimo di fondo perduto ma sempre a fronte di investimenti.
Quello che oggi manca –ed è stato più volte evidenziato- è uno strumento dedicato a quelle micro attività, con segnalazioni minime in Centrali Rischi, che necessitano di una piccola “boccata di ossigeno” a fronte di emergenze finanziarie.
Queste micro attività non hanno alle spalle beni ingenti da poter garantirsi e rischiano di chiudere o, peggio, di doversi rivolgere a “canali inusuali” (e sovente anche rischiosi) per approvvigionarsi di piccole cifre; importi essenziali per poter portare avanti l’Attività ma che poi rischiano di veder compromessa tutta la gestione della loro micro impresa.
Se una Azienda è palesemente seria e sana, bisogna trovare il modo di superare queste “forche caudine” che sono le segnalazioni in CR. No può tutto essere affidato a “fasi semaforiche” degli algoritmi di turno.
Microcredito, finanza etica, crowdfunding, bandi…tutti validi strumenti da poter utilizzare ma che rischiano di impantanarsi davanti ad una Centrale Rischi non immacolata.
Anche gli Enti locali possono fare molto, per venire incontro alle piccole attività commerciali locali, come agevolazioni reali delle tassazioni di propria competenza, a fronte di documentate situazioni di criticità dell’attività, come trovare forme per calmierare gli affitti commerciali in particolari aree come centri storici e isole pedonali che limitano di fatto gli acquisti.
Se si vuole salvare realmente la piccola economia quotidiana cittadina, che porta un concreto beneficio immediato a tutto un indotto, bisogna attivare azioni di “buon senso” come abbattimenti della tassazione comunale, promozione di un marketing territoriale che incida realmente sulle attività commerciali, puntare su una riqualificazione urbana e la creazione di particolari aree dedicate allo shopping, la creazione di eventi di qualità che possano mettere in risalto le attività commerciali locali, recuperare i locali sfitti del centro cittadino con formule agevolate come affitti calmierati e temporary shop e infine avviare una politica di sostegno e di incentivazione fiscale per quei giovani che avviano una nuova attività in aree a rischio di desertificazione commerciale.
Le idee e gli strumenti ci sono. Vi deve essere solamente la volontà politica di applicarli a tutti i livelli; dal piccolo comune alla Regione, passando per le istituzioni provinciali.









