Il “lavoro artigiano” é il Saper Fare!

ECONOMIA & SOCIETÀ

RUBRICA SETTIMANALE 

A cura di Ivan Simeone

Direttore CLAAI Assimprese Lazio Sud

direzione@claai-assimprese.it

Ivan Simeone

Cominciamo, da questo numero, ad accendere i riflettori sul variegato e affascinante mondo dell’artigianato. Cercheremo di capire da dove nasce, cosa realmente sia, quali prospettive e opportunità per i nostri ragazzi, quali sfide e quali interpretazioni.

Sappiamo bene che oggi inserirsi nel mondo del lavoro non è cosa semplice. Molti sono i fattori determinanti come molte sono le varianti possibili per una buona o meno riuscita professionale. Una cosa è certa: dobbiamo sempre guardare al futuro con positività e molto dipende da noi! Anche nei momenti di criticità bisogna cercare di leggere ciò che vi è di positivo intorno a noi. Crisi….“Paradossalmente, la crisi può diventare un’occasione per mettere delle fondamenta più salde all’opera che si sta costruendo, guadagnando più consapevolezza delle ragioni sottese…”. Sono queste le parole di qualche tempo, quando Juliàn Carròn, teologo, invitava – al di là delle personali convinzioni – ad affrontare l’attuale momento con un atteggiamento costruttivo e propositivo. Non dimentichiamoci che la parola “crisi”, che deriva dal greco, ha un significato di “cambiamento”, quello che oggi tutti noi stiamo vivendo in ambito economico e lavorativo; è un momento di “cambiamento”. Per questo dobbiamo attrezzarci sotto tutti i punti di vista, anche intellettuali. 

Prima di entrare nel vivo del mondo dell’artigianato, desidero ripercorrere alcune riflessioni che spesso andiamo a sintetizzare nel così detto “Saper Fare”.

Ci sono alcuni punti essenziali da tener presente per chi deve affacciarsi nel mondo del lavoro e della produzione.

Mi viene in mente il saggio di Ken Follett, “I pilastri della terra” e parafrasando il tutto ecco che anche noi possiamo parlare di tre pilastri che reggono una corretta attività imprenditoriale o professionale che sia, ovvero una professionalità (il saper fare concretamente e bene una attività), l’essere inserito in una salda rete amicale e relazionale, avere un’etica professionale di riferimento sempre davanti a se.

La professionalità e l’aggiornamento continuo è cosa basilare. San Josemaria, ci rammenta che la formazione, lo studio, l’aggiornamento professionale, è un “obbligo grave”. 

Il secondo aspetto è l’essere inseriti in una rete amicale. Luigi Giussani, grande educatore, ci ha rammentato che “come non si può nascere da soli e come non si può vivere da soli, così non si può rispondere al proprio bisogno – qualunque esso sia, anche quello che sembra più singolare possibile – se non in una compagnia, se non con l’aiuto di una 

compagnia. Da soli – continua Giussani – nessun bisogno può essere affrontato con quella sistematicità che l’organicità della nostra vita esige”. 

Ecco che bisogna non isolarsi nel proprio mondo ma “stare insieme”, collegarsi, fare sinergia operativa, interagire professionalmente; poi ognuno trovi il proprio strumento migliore sia esso un Club di servizio, un Movimento o una propria comunità di riferimento.

Bisogna avere il coraggio di mettere in relazione il proprio “io” con un “noi” che ci darà sicuramente più stimoli e forza nell’agire. 

Ultimo aspetto è l’etica professionale e qui abbiamo le dolenti note. 

Parlare di etica nel nostro tempo può sembrare di quanto più contrario vi sia. Un mondo di affari dove regna la legge del lupo solitario; quello che si vuole evidenziare è l’importanza di avere un solido riferimento deontologico da seguire e da avere come riferimento, per comprendere ciò che si può fare e quello che è bene lasciar perdere. 

Bisogna riuscire a dare un “senso alto” al nostro lavoro quotidiano, qualsiasi esso sia, ancor più se parliamo di “azienda” la quale non è una realtà inanimata e fredda, non è un articolo da codice civile o due righe nel manuale di diritto commerciale ma una realtà pulsante fatta di uomini, collaboratori, passioni, sogni e progetti da realizzare. Una azienda non è solo un insieme di numeri e percentuali.

Ancor più una azienda artigiana, tutto il mondo dell’artigianato è realtà di esperienza e di ingegno; di creatività.

Vorrei concludere questa prima “riflessione” iniziale, sul mondo dell’artigianato, riportando una frase di Charles Péguy, quando nel saggio “Il Denaro” ci evidenzia, riguardo al lavoro, ci evidezia che “Non si trattava di essere visti o non visti. Era il lavoro in sé che doveva essere ben fatto..” Questo concetto racchiude in se tutta l’anima del lavoro artigiano, del Saper Fare.