Una sconfitta, quella rimediata dai nerazzurri del Latina Calcio 1932, che getta nello sconforto i più, soprattutto per quelli che sono i risvolti e le conseguenze tratte da un insuccesso pesante anche se pronosticabile e pressochè accettabile come quello di ieri.
Il Cosenza, va detto, non era l’avversario migliore per rialzare la testa. I “lupi”, nonostante alcune difficoltà societarie, fanno ormai parte del blocco di testa che sta caratterizzando l’andazzo del Girone C, insieme a Salernitana, Benevento e Catania. I rossoblù di Buscè hanno dimostrato una netta superiorità di organico e di gioco, correndo il doppio dei pontini senza palla e, seppur senza clamorose occasioni da rete, di saper gestire una gara decisa sin da subito.
Ma cosa non va nel Latina? L’analisi è generale. Da un Colonnello che sembra aver perso i gradi, a una formazione apparsa smarrita, senza bussola, come se si fosse vagato per il rettangolo di gioco senza una vera idea, guadagnandosi anche qualche fischio del “Francioni”. Fotografia della partita la rete subita, dove ben cinque nerazzurri restano inermi al tentativo indisturbato di Mazzocchi: disordine.
La vera causa dello smarrimento del Latina appare proprio, quasi a metà campionato, la campagna estiva di costruzione dell’organico, inizialmente messo su per una certa idea tattica, completamente stravolta per interpreti e filosofia sin da subito.
Un tecnico, Alessandro Bruno, quindi in discussione. Quella di Bruno è una panchina che brucia, e sicuramente che può far gola ad ogni tecnico, visto l’alto tasso tecnico seppur male espresso sulla quale può contare il sodalizio nerazzurro. La rosa appare più forte delle scorse annate, ma l’andazzo è esplicativo: serve un cambio di rotta immediato.
Le prossime gare sono un tornado: si va a Catania, che come detto fa parte delle Big Four (nonostante una sconfitta nell’ultimo turno); poi c’è la Coppa, con l’accesso ai quarti da giocare con la capolista del Girone B, Arezzo; si torna al Francioni per lo spareggio salvezza contro il Cerignola e poi due trasferte, Casarano, la vera sorpresa del girone, e Casertana, una squadra totalmente rinsavita e stabilmente nelle zone alte dopo la brutta scorsa stagione.
Una fiducia a tempo quindi, quella data ad Alessandro Bruno. La squadra non si esprime male, ma si esprime troppo poco. Si fatica ad arrivare al tiro, si fatica a fare goal. Il tecnico beneventano è chiamato ad una soluzione immediata, ad un immediato punto di svolta. Altrimenti, il corpo dirigenziale del Latina, non avrebbe paura di un eventuale esonero, come si è sempre dimostrato, anche in momenti più critici della stagione, proprio come quello che portò l’ex numero 5 sulla panchina dei nerazzurri.









