Poco chiara e piena di errori la delibera approvata oggi dal Consiglio comunale di Latina relativa all’Abc. E’ quanto eccepito dal capogruppo di Fratelli d’Italia nel suo articolato intervento in aula con all’ordine del giorno il contratto di servizio e il capitolato speciale per la nuova gestione della raccolta rifiuti.
Il consigliere di opposizione è partito dalla cifra del costo di servizio “indicata genericamente nella bozza di contratto con il corrispettivo annuo di 14.845.826 euro”. “Nella proposta di deliberazione all’esame del Consiglio non si rilevano impegni di spesa, anzi nel parere di regolarità contabile si riporta che l’atto è senza impegno”, ha dichiarato Calandrini aggiungendo che la cifra indicata non è supportata “da un’analisi economica resa disponibile al Consiglio comunale”.
Ma soprattutto Calandrini ha segnalato l’assenza di un piano programma affiancato al corrispettivo annuo indicato. “Il capitolato riporta l’elencazione e descrizione dei servizi – ha spiegato il capogruppo – senza precisare il Piano operativo di esercizio (mezzi utilizzati, personale impiegato, percorsi, frequenze, ecc.), con i relativi costi di formazione del valore del corrispettivo. Tale carenze appare rilevante anche ai fini delle verifiche delle prestazioni per la determinazione del canone da pagare e rende il contratto indeterminato. Infatti l’articolo 52 del Capitolato stabilisce che i pagamenti all’Abc da parte del Comune saranno disposti previo accertamento della prestazione effettuata in ‘termini di quantità e qualità’. Non è dato rilevare – ha incalzato Calandrini – quale è il riferimento contrattuale che stabilisce la quantità e qualità del servizio. Così come non risulta precisato l’ammontare delle ‘diverse voci di costo (raccolta differenziata, raccolta indifferenziata, gestione centri di raccolta, trattamento dei rifiuti, ecc.)’ che dovranno essere riportate nella fattura come previsto dal capitolato stesso”.
E poi la durata del contratto: 15 anni. Per Calandrini si tratta di una durata fuori misura massima, “anche nella relazione ex articolo 34 approvata ad agosto si parla di un sessennio”. Errori, sviste, sinonimo di sciatteria nella migliore delle ipotesi, che secondo Calandrini potrebbero ritorcersi contro il Comune e quindi la città: “L’articolo 52 del capitolato speciale prevede anche una ‘proroga tecnica’(?) che in realtà si riferisce in genere ad un procedimento di gara. E’ da verificare – suggerisce – l’ammissibilità di tale previsione tenuto conto che, di norma, i contratti di appalto non possono superare i nove anni”.
Tutto è apparso relativo per il consigliere di opposizione che ha eccepito anche sulla “transitorietà” del passaggio al nuovo sistema di raccolta rifiuti: “L’art. 2 del capitolato stabilisce che servizi dovranno essere avviati a partire dal 1° gennaio 2018, ‘in continuità con automezzi ed attrezzature idonee, fino all’attivazione dei servizi oggetto del presente capitolato’, si legge. Non è contrattualmente stabilito il periodo del regime transitorio né il relativo canone del servizio che dovrebbe essere inferiore rispetto a quello previsto per i nuovi servizi. Il rilievo appare significativo ove si consideri che, in base al Pef 2017, il costo totale dei servizi di igiene urbana, compreso spese ed utili d’impresa (15%) è pari a circa 12 milioni (ed euro 12.800.000 circa inclusi i servizi complementari), minore di 14.845.000 euro del corrispettivo annuo”.
Troppe lacune e incertezze che aggiunte a quelle sollevate in occasione dell’approvazione degli atti costitutivi dell’Abc hanno spinto Calandrini e i suoi gruppi consiliari di riferimento di dire no ad un progetto che in linea di principio, internalizzazione del servizio dei rifiuti, era ritenuto condivisibile.