Fabio Altissimi, amministratore unico di Rida Ambiente, si mostra perplesso al grido d’allarme lanciato per l’arrivo dei rifiuti di Roma diretti all’impianto di Aprilia. “Abbiamo letto – dichiara l’imprenditore – che grazie a quest’accordo Aprilia si trasformerebbe nella pattumiera di Roma. Ebbene vorremmo ricordare a sindaco e giornalisti locali che Rida sono anni che riceve i rifiuti romani, senza che nessuno abbia gridato allo scandalo. Addirittura nel 2018 le quantità diminuiranno. L’accordo prevede infatti l’arrivo di 40 mila tonnellate. Lo scorso anno di tonnellate ne sono arrivate 75 mila, l’anno precedente addirittura 110 mila. Se poi Rida Ambiente è autorizzata per lavorare rifiuto indifferenziato, lo fa senza produrre miasmi e rispettando, come dimostrato da controlli e sentenze, la legge, perché creare inutile allarmismo? Stiamo semplicemente svolgendo il nostro lavoro, correttamente, come fatto negli ultimi anni. Un lavoro prezioso che contribuirà a far uscire da un’impasse pericolosa la Capitale d’Italia”.
L’accordo con Roma ha riportato in auge anche il problema discarica di servizio. “Come commentato a poche ore dall’accordo con Ama – sottolinea Altissimi – a causa della Regione siamo l’unico impianto non dotato di discarica di servizio. Anche in questo caso ci fanno sorridere le illazioni di alcuni politici locali che hanno sottolineato come Rida Ambiente, il mostro nero, avrebbe voluto avvelenare Aprilia anche con una discarica, quella della Paguro a La Cogna, un risultato scongiurato anche grazie all’intervento dei suddetti politici. A questi vorremmo ricordare che grazie a quell’impianto, all’avanguardia e unico del suo genere in ambito laziale sotto il profilo delle tecnologie ambientali, l’area sarebbe stata bonificata e messa in sicurezza, cosa che le amministrazioni locale e regionale non hanno mai fatto per oltre trent’anni. Quell’impianto sarebbe stato vantaggioso per i cittadini contribuenti anche dal punto di vista economico visto che avrebbe garantito una tariffa di circa venti euro inferiore rispetto a quelle applicate attualmente nella Regione Lazio. Senza quella discarica abbiamo invece un immenso buco nero, invisibile agli occhi ma che ha già avvelenato suolo e falda acquifera e, insieme ai molti altri siti nelle medesime condizioni ha fatto raggiungere ad Aprilia un solo primato, quello delle malattie tumorali che colpiscono gli abitanti del territorio”.