Acqualatina, nuovo scontro sulla class action tra la società e gli avvocati: scattano diffida e minacce di querele

Michele Lauriola e Luigi Besson

E’ ormai guerra aperta tra Acqualatina e il comitato di avvocati a difesa degli utenti del servizio idrico integrato dell’Ato 4. Il Tribunale di Roma ha dichiarato ammissibile la class action per le partite pregresse e il comitato, composto dagli avvocati Massimo Clemente, Vincenzo Fontanarosa, Christian Lombardi, Patrizia Menanno, Orazio Picano, Chiara Samperisi e Annamaria Zarrelli, nei giorni scorsi ha inviato una nota al collegio sindacale di Acqualatina mettendolo in guardia sui rischi che potrebbero ripercuotersi sulle casse della società sia per gli eventuali rimborsi a favore degli utenti privati, che aderiranno all’azione di classe entro febbraio del 2019, sia per le minori entrate future conseguenti all’eventuale soppressione, in bolletta, di tali voci ritenute illegittime. Nella missiva del comitato, indirizzata al collegio sindacale, la necessità improcrastinabile di stralciare da subito le partite pregresse da tutte le prossime bollette, al fine di non peggiorare la posizione “già estremamente critica” della società Acqualatina. Apriti cielo.

A rispondere al comitato di avvocati sono stati Michele Lauriola e Raimondo Luigi Besson, il presidente e l’amministratore delegato della società, a prevalente capitale pubblico, sottoposta a controllo del collegio sindacale, accusando il comitato di avvocati per “falsità delle informazioni rese”. I vertici di Acqualatina, che nell’immediatezza del pronunciamento del Tribunale di Roma avevano ridimensionato la portata dell’ammissione della class action (leggi qui),  ora attaccano sostenendo in buona sostanza che gli avvocati avrebbero dato già per vinta la causa. Grave secondo Acqualatina l’invito a categorie di utenti, diverse dai consumatori, di agire verso la società: “Si diffida codesto comitato e gli avvocati componenti lo stesso dal reiterare tali condotte, oltretutto deontologicamente censurabili, di falsa e fuorviante informazione alla stampa e agli utenti, significando che, in difetto, la società procederà alla tutela urgente dei propri diritti patrimoniali e non patrimoniali presso le competenti sedi giudiziarie”.

Pronta la replica del comitato: “Nella nota inviata al collegio sindacale non v’è alcuna minaccia di azione legale ma semplicemente il suggerimento di vigilare e verificare (nell’ambito dei compiti cui sono chiamati) che gli organi societari adottino tutte le opportune azioni prudenziali attesa l’ordinanza del Tribunale di Roma che, nel dichiarare ammissibile la class action sul punto relativo alle partite pregresse, ha già formulato chiaramente un giudizio sulla loro illegittimità, rinviando per l’udienza del prossimo giugno 2019 al solo ed esclusivo fine di produrre idonea documentazione attestante l’esistenza in fattura delle voci contestate e l’avvenuto pagamento delle stesse, e quindi di quantificare gli importi che Acqualatina dovrà rimborsare”.

“Non vi sono neppure informazioni false – ribattono gli avvocati -, né l’istigazione ad agire rivolto a tutti gli altri utenti esclusi dall’azione, contro il gestore per il tramite degli avvocati del Comitato. Agendo il Comitato nel pieno rispetto delle regole e della dialettica processuale, non vi sono profili deontologici violati, come apoditticamente affermano Besson e Lauriola, per la qual cosa ci riserviamo ogni e più opportuna azione a tutela dei diffidati tutti”.

“Non indietreggeremo neppure di fronte a queste forme di intimidazione – scrivono in una nota stampa gli avvocati dopo aver ricevuto la diffida da parte dei vertici di Acqualatina – perché siamo consapevoli di essere dalla parte del giusto e intendiamo continuare a tutelare i diritti di tutti gli utenti dell’ATO4 troppe volte posposti dal management a interessi finalizzati a lucrare su un bene come l’acqua che non può e non deve essere assolutamente oggetto di speculazione da parte di chicchessia. Il gestore si occupi di adempiere a quanto obbligato contrattualmente ed eviti azioni che svelano il timore fondato di dover restituire quanto indebitamente percepito, senza aver fornito, di contro, un corrispondente servizio di qualità agli utenti”. Parole di fuoco che molto probabilmente andranno a stimolare ulteriormente la reazione di Acqualatina.