Ieri sera al Villaggio Trieste si è svolta la commemorazione dei martiri delle foibe. La cerimonia silenziosa e suggestiva, iniziata alle 19, ha toccato momenti di commozione quando dopo l’accensione di torce e fumogeni tricolori si è passati alla lettura di una dichiarazione del grande pugile campione del mondo Nino Benvenuti sul dramma vissuto dalla sua gente e di una bellissima poesia in istroveneto di un esule.
“Ancora una volta – hanno commentato i militanti di Casapound – abbiamo ricordato nel giusto modo il dramma delle migliaia di italiani infoibati dai partigiani comunisti di Tito. Come sempre nel silenzio, con compostezza e solennità, perché noi non scordiamo”.
I massacri delle foibe sono gli eccidi ai danni di militari e civili, in larga prevalenza italiani autoctoni della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia, avvenuti durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato secondo dopoguerra, da parte dei partigiani jugoslavi e dell’Ozna, Dipartimento per la Sicurezza del Popolo (servizi segreti militari jugoslavi).
Le parole “foibe” e “infoibare” sono diventati sinonimi di uccisioni che furono in massima parte perpetrate in modo diverso: la maggioranza delle vittime morì nei campi di prigionia jugoslavi o durante la deportazione verso di essi.