Aleppo 2, dopo sequestro della “Suprema” le mani dei D’Alterio ancora sul Mof

L’Arma dei Carabinieri, con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Roma, ha proseguito la propria azione di contrasto nei confronti di un gruppo criminale operante nell’ambito del Mercato ortofrutticolo di Fondi, importantissimo snodo commerciale della provincia pontina con un significativo ruolo distributivo a livello nazionale.

L’operazione dei carabinieri di questa mattina ha portato all’esecuzione di 5 ordinanze di custodia cautelare tra Fondi, Pontecorvo (FR) e Caivano (NA), emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma. I reati ipotizzati sono quelli di estorsione ed illecita concorrenza con minaccia o violenza, commessi con l’aggravante del metodo mafioso. Sono state sequestrate inoltre le quote di due società di trasporto, la “Anna Trasporti Srl” e la “D’Alterio Trasporti Srls”.

I provvedimenti sono scaturiti da un’articolata attività d’indagine chiamata “Aleppo 2”, avviata sulla scorta di nuovi elementi emersi successivamente all’omonima operazione (culminata nell’esecuzione di 8 ordinanze di custodia cautelare nel settembre 2018) che aveva portato alla luce un presunto condizionamento ambientale imposto con metodo mafioso dalla famiglia D’Alterio sull’indotto del Mercato ortofrutticolo di Fondi, ottenuto grazie – sempre secondo gli investigatori – a radicati collegamenti con i clan camorristici casertani. I nuovi accertamenti hanno consentito di acclarare che gli indagati, nonostante i provvedimenti coercitivi, avrebbero continuato ad esercitare mediante intimidazioni il controllo del mercato.

In particolare, le indagini hanno consentito di accertare che il gruppo familiare capeggiato da Giuseppe D’Alterio alias “Peppe o’ Marocchino”, a seguito del sequestro preventivo de “La Suprema srl”, ditta precedentemente utilizzata per imporre un regime monopolistico nei trasporti del Mof, avrebbe avviato una campagna minatoria tesa ad estromettere dal mercato la ditta in amministrazione giudiziaria, ostacolandone l’attività imprenditoriale e minacciando gli autotrasportatori che entravano in rapporti commerciali  con l’amministratore giudiziario.

Avrebbe esercitato un potere intimidatorio di tipo mafioso al fine di monopolizzare i trasporti da e per il Mof, in particolare nella tratte della Sardegna e per Torino, imponendo una vera e propria “provvigione” (5 euro a pedana) per i movimenti effettuati dalle altre ditte. Avrebbe costituito una nuova ditta, denominata “Anna Trasporti Srl”, fittiziamente amministrata da prestanome ma di fatto gestita dal Giuseppe D’Alterio, benché all’epoca ancora sottoposto agli arresti domiciliari, con la quale si stava gradualmente assicurando il controllo delle stesse fette di mercato già appannaggio della “La Suprema srl”, ormai inutilizzabile perché sotto sequestro.

Per l’esecuzione dei provvedimenti sono stati impiegati 30 carabinieri del comando provinciale, supportati da quelli delle province di Napoli e Frosinone, e da un velivolo proveniente da Pratica di Mare.

In carcere è finito Giuseppe D’Alterio (alias “Peppe o marocchino”), 64enne originario di Minturno e residente a Fondi. Arresti domiciliari invece per Giovanni D’Alterio, 58enne originario di Minturno e residente a Pontecorvo (FR); Luigi D’Alterio, 44enne originario di Minturno e residente a Fondi; Crescenzo Pinto, 39enne originario e residente a Fondi; Domenico Russo, 33enne originario di Napoli e residente a Caivano (NA).