Allarme inquinamento ad Aprilia. I dati Arpa sulla qualità dell’aria dicono il contrario

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L’inquinamento ambientale resta un tema particolarmente sentito e trattato ad Aprilia, dove residenti, comitati civici e gruppi politici periodicamente lanciano l’allarme, focalizzando l’attenzione sulla presenza in città di impianti a rischio, centrali per il trattamento dei rifiuti i discariche abusive presenti da anni e per le quali non è mai stata avviato alcun intervento di bonifica, mettendo a rischio le falde acquifere e compromettendo la qualità dell’aria. Un allarmismo aumentato nelle ultime settimane. Da un lato la notizia della riapertura della Kyklos di via Le Ferriere, dove il 28 luglio morirono due operai della Mira d’Orvieto, dall’altro l’incendio alla Turbogas di Campo di Carne mercoledì scorso, hanno motivato richieste di maggiori controlli, richieste più che legittime alla luce dei tragici fatti avvenuti presso la centrale di Le Ferriere e del maxi sversamento di olio dielettrico per circa 2mila litri, come dichiarato da Sorgenia nella relazione tecnica trasmessa agli organi competenti, sottolineando anche l’immediato intervento predisposto dalla proprietà per arginare la fuori uscita. A far da sfondo resta anche l’incendio dell’estate scorsa, che solo per miracolo non ha interessato un deposito abusivo di fusti contenenti liquidi potenzialmente dannosi per la salute.

I dati delle centraline comunali Eventi questi che pongono nuovi interrogativi sulla qualità dell’aria che si respira nel comune più a nord dell’Agro Pontino. Nonostante i timori dei residenti, stando ai dati registrati dalle centraline installate sul territorio apriliano e finanziate dalla Regione Lazio con i fondi del Plus Aprilia Innova, la situazione sarebbe sotto controllo e non ci sarebbero dati tali da attestare particolari criticità. Il dato peggiore nelle ultime settimane, sarebbe quello segnalato dalla centralina fissa di Via Lazio. La qualità dell’aria della zona nord della città nella settimana appena trascorsa sarebbe risultata accettabile solo nelle giornate del 7 e dell’11 febbraio, mentre risulterebbe mediocre tra l’8 e il 10 febbraio, giornata in cui l’indice di qualità sarebbe salito addirittura a 135, con l’ozono a 162 Ug/m3 e diossido d’azoto a 36. Non sono disponibili invece i dati relativi alla presenza di polveri sottili, che nelle giornate precedenti si attestavano intorno a una media di 15 Ug/m3 di PM10. Per il resto né le stazioni fisse di Campo di Carne, piazza Roma e via Nettunense né le tre centraline mobili installate a bordo dei bus che effettuano il servizio di trasporto pubblico avrebbero rilevato situazioni particolarmente allarmanti. Elevato resta invece il livello di CO2 rilasciato nell’ambiente e riducibile anche modificando lo stile di vita, mentre l’amministrazione dal suo canto potrebbe predisporre controlli serrati su aziende e impianti per verificare l’adozione di misure volte a ridurre consumi e il rilascio di sostanze inquinanti nell’aria.

I dati dell’Arpa Lazio Anche i dati raccolti dall’Arpa Lazio relativamente al quantitativo di PM 10 presente nell’aria non sembra tracciare un quadro particolarmente allarmante per il comune pontino, dove ieri il livello di polveri sottili rilevate dalla centralina fissa installata presso Aprilia 2 era parti a 20 ug/m3 e con una media tra il 1 gennaio e il 13 febbraio pari a 22, al di sotto del limite di 50 ug/m3 stabilito dalla normativa e superato in un solo giorno dall’inizio dell’anno. Ad Aprilia il livello di polveri sottili resta inferiore rispetto a quello registrato nelle stazioni fisse del capoluogo pontino. Il dato peggiore resta quello registrato dalla centralina di via De Chirico, che ha registrato ieri una media di 45 ug/m3 di Pm10, la media nel periodo di riferimento è di 34, ma dove comunque il livello previsto dalla normativa è stato sforato solo per 2 giorni. Ben diversa la situazione di Frosinone Scalo, dove in meno di 2 mesi si registrano già 27 giorni di sforamento. Quanto alle stazioni di rilevamento pontine anche le altre sostanze restano al di sotto dei livelli di guardia. Più difficile invece valutare l’inquinamento del suolo e delle falde, in assenza di misurazioni e dati giornalieri come quelli trasmessi per la valutazione della qualità dell’aria, limitatamente alle centraline posizionate nelle zone centrali della città.